A San Costantino Albanese, per Suoni di Minoranza, il festival sulle musiche delle minoranze linguistiche in Italia, il 14 agosto arriva la NCCP-Nuova Compagnia di Canto Popolare, la formazione che ha fatto la storia della musica popolare in Italia, forte anche di una consacrazione internazionale per cui è a tutt'oggi il gruppo italiano più conosciuto al mondo.
Esibendosi nei principali teatri e nelle più importanti rassegne del mondo, la NCCP ha portato ovunque una musica intessuta di rimandi alla tradizione ma segnata anche da un'impronta personale sia per l'originalità delle trame musicali sia per la forza di uno strepitoso organico di interpreti. Promuovendo e partecipando anche a numerosi spettacoli, da La cantata dei pastori a La Gatta cenerentola, la NCCP si è sempre mostrata particolarmente attenta agli intrecci ed equilibri tra musica e testi, come è stato anche nel loro ultimo album, Napoli 1534 (Targa Tenco Miglior Album in dialetto e lingue minoritarie): la rivisitazione di un antico codice di villanelle come un sentito omaggio alla lezione di padri e maestri, grazie anche alla bravura dei musicisti raccolti attorno alla figura carismatica di Fausta Vetere.
La presenza della NCCP al festival delle musiche delle minoranze linguistiche serve anche per agitare in musica il problema del napoletano che si configura come una vera e propria lingua, derivata, al pari del siciliano, autonomamente dal latino, rispetto all'italiano di matrice fiorentina, come riconosciuto anche dall'UNESCO: una lingua peraltro viva, nella pratica quotidiana di una vasta comunità di parlanti, e fortemente strutturata anche da un punto di vista letterario, con veri e propri capolavori come, ad esempio, Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile o, per rimanere in tema, La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone. Una “lingua” così fortemente connotata da un punto di vista espressivo da essere adottata anche da chi napoletano non è al fine di esprimere quanto risulterebbe indicibile in altri idiomi che non siano la “lingua madre delle passioni” come è stato, sempre per rimanere in tema, per il “lucano” Canio Loguercio con il suo fascinoso scavo nelle pieghe ancestrali della lingua, premiata a sua volta da una Targa Tenco.
Il Festival Suoni di minoranza, promosso dall’amministrazione comunale, con il contributo della Regione Basilicata e d’intesa con Altipiani, il Club Tenco e l’editore Squilibri, si chiuderà il 16 agosto con Giuseppe "Spedino" Moffa ma proseguirà poi ad ottobre con un ciclo di incontri con autori ed artisti sul tema “dialetti e lingue minoritarie”.