Voce di uno che grida nel deserto - Primonumero

II DOMENICA DI AVVENTO Lc 3, 1-6  - Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Commento di don Gigi Pini

Da duemila anni, oramai, circola quest'ordine, si, perché di un “ordine” si tratta! Da duemila sono stati proclamati questi verbi: riempire, abbassare, raddrizzare, spianare, però ci siamo convinti che si tratti di verbi che “altri” devono “coniugare”, un ordine che non riguarda noi, insomma, non riguarda me ma “loro”…non tocca a me né a te, tocca a loro… gli altri, appunto e, dopo tutto questo, come se non bastasse, io ho anche il coraggio di lamentarmi dei troppi “burroni” che vedo in giro per il mondo, per le troppe cose storte, per…gli abissi dell’anima e delle coscienze svuotate dai doveri e dai diritti; le vite “abbassate” e massacrate dall’ingiustizia e dalla violenza; le montagne che sono cumuli d’arroganze e presunzioni, di scalate al potere e al successo e che non guardano in faccia nessuno. Tutto questo però sempre e soltanto qualcosa che riguarda gli altri, ma adesso basta, è tempo di reagire, di svegliarci perché è iniziato un tempo nuovo, il "tempo" di un Dio che si fa uomo per coinvolgere me, perché sia “io” a cambiare, perché sia “proprio io” a provare a mettere in pratica il suo ordine, il suo comando, i suoi “verbi”. Devo mettermi in testa e nel cuore che c’è un vocabolario nuovo e, in questo vocabolario, non sono tante le pagine e, ancora men, le Parole da imparare e sono pochi anche i verbi da coniugare con i fatti della mia vita. Non sarà è un azzardo affermare che il Suo vocabolario è fatto di un solo grande verbo, “Amare”, e di una sola grande Parola: “Amore”. Tutto il resto, tutte le altre parole e gli altri verbi ci sono per capire e vivere queste uniche e grandi Parole. Le parole: riempire, abbassare, raddrizzare, spianare...se coniugate al di fuori dell’Amore, daranno un risultato che non vorremmo mai vedere. Natale sarà un segno, una “palestra” importante, un punto di riferimento. Sarà il mio rinascere in un tempo nuovo nei suoi contenuti e nelle sue prospettive, dentro ad un tempo dove mi sento coinvolto in prima persona, “io”, e non sempre e soltanto gli altri, finalmente! La “Sua” nascita, la sua vita, le sue parole diventeranno la mia conversione e sarà per un mondo migliore: e questa volta “s”, riguarderà anche... gli altri! Buona vita! Un grande e forte abbraccio. Ciao, Don Gigi