«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?» :: Galatina

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Commento di don Gigi Pini

La cosa che impressiona in quest’intervento di Gesù è il puntare il dito contro gli scribi. Sì, perché ci si aspetterebbe un attacco al loro insegnamento, alle cose che dicono...loro, infatti, sono gli esperti della Parola, la conoscono a memoria, è sempre davanti ai loro occhi, invece No. L’attacco è l’invito a prenderne le distanze dai loro comportamenti e modo concreto di vivere. E’ davvero come se dicesse: “Non hanno capito niente di quello che insegnano; conoscono sì la Legge e i Profeti ma non stanno facendo nulla per esserne testimoni veri e affidabili”. E’ un attacco, vero e proprio, alla coerenza di chi dice d’essere maestro ma, lo è solo a chiacchiere perchè poi la vita scorre su altri binari che poco c’entrano con la Parola insegnata. Vale piuttosto la pena di prendere in considerazione l’atteggiamento della “povera vedova”: non dice una parola, forse fatica e dolore glielo impediscono...non parla, ma il suo modo concreto di comportarsi c’è indicato dal maestro come giusto e vero. Quel “guardatevi” allora credo che debba riguardare anche me, e mi colpisce tutte le volte che le chiacchiere restano tali e la vita è un adeguarsi al “così fan tutti”. - Devo guardarmene dal mio essere "scriba" (prete) che, conosce i Vangeli e pensa di predicarli anche bene ma, poi i miei comportamenti si discostano dalla Parola predicata. - Devo guardarmene da quella Chiesa che è troppo attaccata al potere, all’immagine e al superfluo e sempre più distante dalle scelte che il Maestro ha indicato. - Devo guardarmene dal mio pensare d’essere “cristiano” semplicemente perché conosco le parabole, le preghiere, i comandamenti, i precetti, perché ho ricevuto il Battesimo...ma poi, la mia vita, scorre sugli stessi binari di colui al quale non importa proprio niente delle Beatitudini e dei Comandamenti dell’Amare. - Devo recuperare la mia coerenza di cristiano, di prete. Buona vita...insieme. Un grande abbraccio