
«Ogni domenica anarchici di tutti i paesi del mondo si ritrovano in Trafalgar Square. Quando Malatesta prende la parola, la sua voce è dinamite».
Sono esplosive al pari di questo incipit le pagine del nuovo romanzo di Francesco Forlani, scrittore, traduttore e agitatore culturale casertano che vive e lavora tra Parigi e Saragozza. “L’amico spagnolo”, fresco di stampa per ExOrma, è un romanzo sugli amori che finiscono ma non finiscono mai, come certe battaglie per la libertà. E Forlani torna proprio nella città natale di Malatesta, Santa Maria Capua Vetere, proprio nella libreria Spartaco di via Martucci 18, venerdì 19 dicembre alle 18, unica tappa in Campania, per una presentazione che non mancherà di deliziare, stupire e sorprendere i lettori, nello stile più autentico e libertario dell’autore. A condurre la conversazione sarà Eugenio Tescione. Ingresso libero e gratuito.
Lo scrittore
Francesco Forlani vive e lavora a Parigi e Saragozza. Scrittore, traduttore e agitatore culturale. È stato direttore artistico del magazine «Paso Doble» e della rinata rivista «Sud». È redattore di «Nazione Indiana». Tra le sue opere, in italiano e in francese, Métromorphoses, Autoreverse, Parigi senza passare dal via, Manifesto del Comunista Dandy, Peli, Penultimi, Riflessi condizionati, Par-delà la forêt, L’estate corsa. Numerosi gli spettacoli teatrali rappresentati in Italia e all’estero come autore e interprete. Attualmente sta lavorando allo spettacolo Rumore, dedicato all’icona comunista dandy Raffaella Carrà, con la compagnia Brigata Malatesta da lui fondata a Parigi.
Il romanzo “L’amico spagnolo”
Nella Londra del 1895 Errico Malatesta, il più ricercato anarchico d’Europa, sfugge alla polizia per l’ennesima volta. Più di un secolo dopo, Franck, intellettuale nomade, ripercorre le sue tracce e quelle dell’amico spagnolo Pedro Esteve, compagno di lotta del celebre rivoluzionario. Il suo viaggio lo conduce a Saragozza, città sospesa tra mito e memoria, dove conosce Marioara, giovane rom in fuga, simbolo di una femminilità vulnerabile e indomita, capace di trasformare la paura in solidarietà e la marginalità in resistenza. In questa città dal carattere fortemente simbolico, resa celebre dal Manoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki, Forlani costruisce un intreccio ricco di donne coraggiose, anarchiche e ribelli che, tra Ottocento e Novecento, vissero la libertà come un atto quotidiano e poetico. Donne che amano senza obbedire, che combattono senza violenza, che fanno dell’amore un linguaggio politico e dell’amicizia una forma di patria.

