
A giorni inizieranno i lavori di abbattimento dei 750 lecci secolari che costeggiano la “Via d’Acqua” del Parco reale della Reggia di Caserta, parte integrante del disegno vanvitelliano e simbolo riconosciuto nel mondo.
Il progetto, datato 2023, si basa su una perizia che definisce “irrimediabilmente compromessi” la gran parte degli alberi e che ne chiede indistintamente l’abbattimento rischiando di cancellare un patrimonio storico e ambientale senza precedenti.
Contro tale valutazione, due perizie indipendenti – una condotta dal Consorzio universitario BENACOM presieduto dal prof. Carmine Gambardella (Cattedra UNESCO) e un’altra a cura di agronomi e forestali di associazioni ambientaliste – hanno stabilito che solo tra il 6,9% e il 10% dei lecci della Reggia presenta segni di deperimento, mentre la grande maggioranza è in buona o addirittura ottima salute.
«Abbattere centinaia di alberi sani in una città già soffocata dallo smog e con un tasso così basso di verde pubblico sarebbe un danno irreversibile – hanno commentato Virginia Crovella e Francesco Apperti, candidati alle prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre nella lista “Fico Presidente” – Secondo i dati di IQAir (luglio 2025), Caserta registra livelli di PM2.5 quasi doppi rispetto ai limiti OMS: eliminare un così vasto polmone verde significherebbe peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria e la vivibilità della città».
A ciò si aggiunge che il mandato dell’attuale Direzione della Regga di Caserta – che ha promosso questa operazione – è prossimo alla scadenza e, per entrambi i candidati, sarebbe corretto attendere le valutazione della prossima Direzione del monumento: «Non c’è alcuna urgenza di procedere ora – hanno aggiunto - Bastano pochi mesi di attesa per consentire alla futura Direzione di riesaminare con serenità un intervento tanto impattante sul paesaggio e sull’immagine stessa della Reggia e per l’intera città».
«Come cittadini, prima ancora che da candidati, chiediamo – hanno concluso Crovella e Apperti – che il Ministero della Cultura e le istituzioni competenti aprano subito un tavolo tecnico pubblico con esperti, associazioni e cittadini, per individuare soluzioni di cura e manutenzione mirata nel rispetto del verde storico alternative a quella proposta. Difendere quei lecci significa difendere la storia, la salute e la bellezza di Caserta».

