La linea di confine che divide un comportamento etico da uno immorale non ha sempre un andamento lineare ed è funzione di opportunità e situazioni. Il protagonista Ferruccio, imprenditore del Sud, è orgoglioso della sua moralità.
Una sola pecca si riconosce: la passione per Diabolik, che in fondo era un ladro. Una moglie arrivista, una sorella vittima di un shock post traumatico infantile, un figlio bamboccione e un commercialista fin troppo amico completano il quadro della vicenda.
Gli equilibri familiari, anche se precari e monotoni, sembrano reggere, ma una visita inaspettata mette in discussione la loro integrità facendo affiorare vecchi scheletri nell’armadio: l’imprenditore deve rispondere di alcuni fondi sospetti transitati, a sua insaputa, su un conto corrente bancario.
Incapace di reggere il peso delle accuse e spinto dalla disperazione di chi non ha più nulla da perdere, Ferruccio andrà oltre le aspettative decidendo di fare una follia e liberare il suo lato oscuro.
Questo suo nuovo aspetto spregiudicato, ispirato comicamente a film e serie “crime” che invadono tv e streaming, conquista gli abitanti della casa, inconsapevoli vittime del “Fascino del male”.