«In Campania più di un milione di persone è in condizione di deprivazione alimentare materiale, cioè non ha la possibilità di fare un pasto proteico almeno una volta ogni due giorni».
A lanciare l’allarme è il portavoce nazionale del Banco delle Opere di Carità, organizzazione leader nell’azione di contrasto alle povertà, l’avvocato Giuseppe Tamburro. «Dallo scoppio della pandemia ad oggi in Campania è cresciuto in maniera esponenziale il numero delle persone che hanno bisogno di un sostegno alimentare - ha spiegato Tamburro - dal 2020 ad oggi, nella Regione sono state circa 100mila le persone in più che sono dovute ricorrere al sostegno per poter mangiare. Per dare la dimensione del dato in Campania, è come se in quattro anni tutti gli abitanti di una città come Novara o Udine non sapessero più come badare al proprio fabbisogno alimentare. Le difficoltà maggiori si registrano nelle fasce di età 18-35 e 55-65 anni perché sono quelle dove la percentuale di disoccupazione è maggiore. La cosa peggiore è che questo quadro esce fuori nonostante l’egregio lavoro di organizzazioni come la nostra e dei sacerdoti che rappresentano delle vere e proprie sentinelle rispetto alla crescente povertà alimentare. Sono, infatti, loro molto spesso che riescono ad individuare e ad aiutare persone che per un’immotivata vergogna non chiedono il sostegno alimentare per le loro famiglie. La rete di solidarietà costruita dagli Enti del terzo settore, dai Centri Caritas, ha però bisogno di un adeguato sostegno istituzionale. Troppo spesso parrocchie e organizzazioni di volontariato viaggiano ad una velocità doppia rispetto a quella degli enti locali con questi ultimi che, secondo il principio di sussidiarietà, presi dalla crescente richiesta di aiuto dovrebbero porre in essere azioni di potenziamento della rete».--