La multinazionale coreana Hanon Systems, specializzata in componenti per l'industria automobilistica, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Benevento entro maggio 2025, e il conseguentemente licenziamento e futuro incerto per 60 lavoratrici e lavoratori.
E questo dopo aver abbondantemente usufruito di ammortizzatori sociali per avviare una riconversione produttiva verso componenti per motori elettrici. Nel contesto più ampio di crisi industriale del settore dell’auto, il cui scotto maggiore lo sta subendo soprattutto il Sud Italia, il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica regionale esprime la più assoluta preoccupazione e vicinanza a quanti, ancora una volta in Campania, stanno rischiando il proprio posto di lavoro, a fronte, tra l’altro, del raggiungimento di standard produttivi annui molto elevati delle aziende che adottano questo drammatico provvedimento (pensiamo alla chiusura della Hanon a Benevento come ai licenziamenti collettivi alla Jabil di Marcianise o alla paventata, poi rientrata e al momento congelata, chiusura dei rubinetti delle forniture di tutte le aziende di Trasnova da parte di Stellantis, così come a tanti altri stabilimenti di altre aziende in Campania e nel resto d’Italia). Il che rende la decisione ancora più inspiegabile. Come dire, il Festival di Sanremo è finito, ma sui tagli di stabilimenti di aziende straniere in Italia la musica sembra essere sempre la stessa, schemi che si ripetono e che vanno ad abbattersi come una mannaia sulla pelle delle persone e delle loro famiglie. Il segno più sui bilanci di fine anno delle multinazionali non giustifica in nessun modo una revisione dei loro piani industriali, che prevede la chiusura di loro stabilimenti e la conseguente perdita di posti di lavoro. Una decisione, quella dei vertici della Hanon, che, se confermata definitivamente, sarebbe gravissima e completamente insensata e ingiusta per i lavoratori, colpiti nella loro dignità, professionalità e competenza.
Sarebbe indubbiamente una pesante ingiustizia per lavoratori e territorio e dobbiamo sentirci tutti corresponsabili della tenuta sociale di un territorio in cui rischia di venire meno un altro pezzo importante del tessuto produttivo. Un duro colpo, non incoraggiante, per l’intero territorio del Sannio, che sta facendo i conti con la fatica soprattutto causata dello spopolamento e della denatalità, che di mese in mese e di anno in anno, stanno avanzando inesorabilmente. Ci auguriamo, di vero cuore, che dall’istituzione di un tavolo istituzionale, per affrontare i nodi della questione, si possano trovare soluzioni sia per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori, sia per garantire una continuità produttiva sul territorio sannita. La speranza è che si riesca a riprendere questa situazione, così come tutte le altre, e a portare in porto la salvezza di posti di lavoro che sono puro ossigeno per le persone.