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Prosegue con l'esplorazione del mondo musicale a Firenze e Napoli nel corso dei secoli previsto dalla 31ma edizione di "Il trionfo del tempo e del disinganno".

Il quinto appuntamento prevede il repertorio "Violino barocco a Firenze e Napoli" previsto per sabato 6 luglio 2024, ore 20.00 Moiano (BN), chiesa di san Sebastiano con Vincenzo Varallo violino, Pietro Di Lorenzo clavicembalo con ingresso gratuito.

L’evento è realizzato in collaborazione con l'Arciconfraternita del ss. Rosario in Moiano che ha sede nella chiesa di san Sebastiano. La chiesa di san Sebastiano in Moiano è di bellezza e rilevanza assoluta per la decorazione barocca campana grazie agli splendidi affreschi di Tommaso Giaquinto (1703) coevi alle musiche in programma, oltre ai marmi degli altari, le tele, gli stucchi e gli altri affreschi. Una breve visita guidata introdurrà il concerto.

Il concerto guiderà l'ascoltatore agli esordi solistici del violino con brani gradevoli accostati in modo rigoroso per ricostruire il panorama musicale dell’epoca in due capitali dell’Italia preunitaria: Firenze e Napoli. Ciò consentirò uno sguardo anche alle forme musicali dalla fine del XVII secolo cristallizzate intorno alla sonata da chiesa/camera. Dopo la straordinaria stagione che Firenze visse tra gli anni 1570 e 1620 circa (nascita del recitar cantando, dell'opera in musica e delle musiche strumentali di scena), la città visse una lunga stagione di stanca ripetizione di stilemi su posizioni sostanzialmente conservatrici e arretrate. Solo alla fine del secolo 1600 furono introdotte anche a Firenze le novità formali e tecniche del violino sperimentate a Bologna e Modena. Viviani e Veracini testimoniano ciò. Falconieri fu pioniere a Napoli del solismo violinistico aprendo una stagione oggi poco nota e purtroppo scarsamente documentata ma che fu estremamente originale e innovatrice. Lo dimostrano i brani di Matteis, sorprendenti per originalità e sperimentazione, e la sonata di Mascitti, allineata sulla forma sonata da chiesa di stampo corelliano ma con inflessioni espressive estranee alle produzioni padana e romana.