Anita Garibaldi, l''Amazzone' del Risorgimento - DIRE.it

di CLEMENTINA LEONE

Quante volte abbiamo sentito dire: “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Alcuni attribuiscono l’origine di questa affermazione alla scrittrice londinese Virginia Woolf, altri la ritengono molto più antica, facendola addirittura risalire ad epoca latina. Comunque, che siano stati i Latini o la Woolf ad aver coniato questa espressione, poco importa.

Il dato di fatto è che entrambi hanno ragione, o quasi. Lasciando da parte i casi odierni più famosi, come quello di Michelle Obama o Hillary Clinton o altri ancora, un esempio perfetto si può trarre da una figura molto diversa e molto lontana nel tempo ed è quella di Anita Garibaldi. Le lacunose e spesso poco attendibili notizie sulla sua vita, hanno trasformato la giovane donna brasiliana, da un lato, in figura leggendaria di guerrigliera e rivoluzionaria, dall’altro nella classica protagonista di una romantica e tormentata storia d’amore. Per questo e per tanti altri motivi è ingiusto considerare Anita Garibaldi una “forza silenziosa” del Risorgimento Italiano o solo l’amante e la moglie dell’eroe dei due mondi. A ben analizzare la sua figura, è stata molto di più, una donna che ancora oggi possiamo apprezzare, per la sua forza, la sua determinazione e per essere stata a “fianco” e non “dietro” ad un grande uomo. Si perché il raggiungimento di una vera e propria parità consiste proprio in questo non prevalere l’uno sull’altra ma camminare l’uno a fianco all’altra. Ma tornando ad Anita, nata a Laguna, in Brasile, da una povera e numerosa famiglia di mandriani Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva mostrò subito la tempra, lo spirito selvaggio, l’agilità e il coraggio di cui era capace. Dapprima, infatti, seppe tener testa a Manuel Duarte Aguilar, un calzolaio ubriacone e violento che la madre, vedova e in difficoltà economiche, la costrinse a sposare. Poi affrontando con il coraggio di una pantera le incredibili avventure e le durissime privazioni subite nella lotta contro le truppe imperiali accanto a Garibaldi. L’incontro tra Anita e José fu amore a prima vista e tutte le scelte che Anita fece da quel momento in poi testimoniano quanto ella fosse davvero forte, coraggiosa, intelligente, moderna, sia nei pensieri, che nelle azioni. Lasciò il suo primo marito e decise, infatti, di seguire il giovane condottiero. Due vite, due esseri in simbiosi…pronti, come antichi cavalieri senza macchia e senza paura, a battersi per la liberazione dei popoli dal dominio degli oppressori. Ebbero quattro figli, poi decisero di trasferirsi in Italia,sempre più scossa dai moti rivoluzionari. A Roma difese la repubblica di Mazzini, costretta poi a soccombere alle soverchianti forze nemiche, con Francesi, Spagnoli e Borbonici accorsi in aiuto di Pio IX, Garibaldi, con accanto Anita, dovette fuggire e si diresse verso Venezia . Fu una fuga difficile attraverso un territorio impervio e molto faticoso. Anita, incinta e indebolita dalle fatiche, morì tra le braccia del suo disperato José nei pressi di Mandriole di Ravenna. Era il 4 agosto del 1849 e aveva 28 anni. Oggi riposa a Roma, al Gianicolo. Questa storia “d’arme e d’amore” ci conferma che quando si crede davvero in una causa si può cambiare il mondo, a maggior ragione se la protagonista del cambiamento è una donna che ha voluto condividerlo a fianco del suo uomo.