L’8 marzo non è solo un momento di celebrazione, ma una giornata di riflessione e “Azione”. Se il mondo politico è lo spazio in cui si definiscono le regole della società, allora la presenza delle donne ai vertici non è solo auspicabile, ma necessaria. Eppure, nonostante i progressi, la politica continua a essere strutturata su modelli maschili, con ruoli e settori ancora troppo spesso preclusi alle donne.
Carlo Calenda, leader di Azione, ha sottolineato l’importanza di superare la logica delle “quote rosa”, affermando che non si tratta di una semplice misura cosmetica, ma di creare vere pari opportunità, promuovendo la presenza femminile nei ruoli apicali e sostenendo le donne negli studi delle materie STEM. Il punto non è riempire statisticamente un numero prestabilito di posizioni, ma garantire che le donne abbiano lo stesso accesso degli uomini alle cariche più importanti.
Nella provincia di Salerno, le donne di Azione incarnano questa sfida, lavorando ogni giorno per affermare una leadership femminile autentica, non imposta dalle quote ma radicata nella competenza e nella meritocrazia.
1. Francesca Scarpato,vicesegretaria nazionale di Azione: “Quello che fa più male è osservare, quasi in maniera rassegnata e con un senso di ineluttabilità, quanta retorica si faccia sulla pelle delle donne. L'8 marzo poi è un fiorire di iniziative, proclami, slogan, eventi, catene social (e non), monumenti illuminati, mimose e gesti eclatanti; tutto puntualmente cancellato con un colpo di spugna già dal mattino dopo quando sorge il sole e si torna alla vita di tutti i giorni. Quella vita in cui parlare di diseguaglianze di genere è a dir poco riduttivo, quella vita in cui c'è bisogno ancora di avere quote di genere praticamente in ogni ambito, quella vita in cui dal carico del lavoro domestico alle differenze salariali a parità di mansioni ancora troppo poco sembra muoversi, quella vita in cui c'è ancora un termine specifico per definire una certa tipologia di omicidio, quella vita in cui devo ancora giustificarmi di essere donna e di essere brava nel mio lavoro. Quindi vi chiedo, quanta strada ancora c'è da fare per avere meno 8 marzo e più risposte?”
2. Annaluisa Buongiorno, responsabile della comunicazione : “Le donne restano sottorappresentate nei settori strategici della politica. Spesso vengono confinate a tematiche come pari opportunità e affari sociali. Il problema è culturale, non solo normativo, e richiede un cambiamento strutturale. Bisogna ridefinire il ruolo della donna nella governance e garantire accesso reale ai processi decisionali. La presenza femminile deve tradursi in potere effettivo, non solo in rappresentanza simbolica.”
3. Rita Martino, membro del direttivo provinciale:"Le donne devono essere protagoniste della politica, non una presenza marginale. La loro partecipazione migliora il dibattito e la qualità delle decisioni. Sebbene una donna sia oggi a capo del governo, la politica è ancora dominata dagli uomini. È essenziale rimuovere gli ostacoli strutturali che limitano l’accesso femminile ai vertici. La leadership femminile non deve più essere un’eccezione, ma una normalità consolidata."
4. Antonella Ambruso, membro del direttivo provinciale: “L’educazione precoce alla parità di genere è essenziale per eliminare stereotipi penalizzanti. Il divario salariale e la scarsa presenza femminile in posizioni apicali permangono. È fondamentale riconoscere le competenze delle donne per il loro valore intrinseco, non per mere logiche di equilibrio numerico. Politiche attive devono facilitare l’accesso femminile ai settori economici e tecnologici, per costruire una società realmente equa.”
5. Carla Alessia Castagna,membro del direttivo provinciale: “L’8 marzo deve misurare i progressi reali verso l’uguaglianza, non essere solo simbolico. La sottorappresentanza femminile danneggia la democrazia e va superata con un cambiamento culturale. Non bastano leggi o quote: la leadership femminile deve essere considerata normale. Una vera democrazia garantisce pari opportunità concrete, non solo formali.”
6. Chiara Cerrone, under 30: “Ho scelto di impegnarmi in politica perché credo che debba rappresentare tutti. Il contributo delle donne è essenziale e ogni loro ingresso in questo mondo è un passo verso una società più equa. Per me, la politica è crescita e confronto, e il nostro ruolo nel costruire il futuro non deve mai essere sottovalutato. La partecipazione femminile resta una battaglia fondamentale per un sistema davvero rappresentativo.”
7. Imma Zinnia, vicesegretaria provinciale: “La leadership femminile, soprattutto quella materna, è spesso accolta con diffidenza. Eppure, la maternità in politica è un valore strategico, affinando capacità essenziali per una governance efficace. Troppe volte una donna deve dimostrare più di un uomo, le decisioni assertive sono viste come “aggressive” e quelle concilianti come “insicure”. È tempo di superare questi pregiudizi. In Azione, sotto la guida di Carlo Calenda, il merito ha prevalso, affidandomi incarichi per competenza, non per concessione. Solo abbattendo barriere culturali e strutturali le donne saranno protagoniste, non eccezioni.”
Una democrazia è completa quando chiunque può accedere ai ruoli decisionali basandosi sulle proprie competenze, non su equilibri imposti.
Il futuro della politica non necessita di quote, ma di donne al comando.