Non c'è bellezza da ammirare di fronte al massacro', presidio per la  Palestina davanti al Duomo

La striscia di Gaza è teatro di atrocità da tempo immemore. L’escalation del conflitto al quale stiamo assistendo dal 7 ottobre non è altro che l’ennesimo tentativo compiuto da parte di Israele di portare a termine il genocidio del popolo palestinese.

Non è notizia di oggi che Israele abbia violato ogni tipo di diritto umano con la colonizzazione dei territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Infatti, già a fine febbraio 2022, per citare una fonte recente, il rapporto dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr), denunciava il peggioramento delle condizioni di vita dei palestinesi nei loro territori, con l’intensificazione delle violenze e dell’uso delle armi da parte dei coloni israeliani nei loro confronti: “tra il primo novembre 2020 e il 31 ottobre 2021 le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso 315 palestinesi, tra cui 41 e donne e 77 bambini, e ne hanno feriti 17.597. Nello stesso periodo gli israeliani uccisi per mano palestinese sono stati trenta, di cui due bambini, i feriti 824” (altreconomia.it, 2022).

L’ANSA, in un articolo del 14 febbraio, riportava che da ottobre 28.576 palestinesi sono stati uccisi e 68.291 feriti. Numeri che sono destinati tragicamente ad aumentare, se non avviene tempestivamente un “cessate il fuoco” che possa risparmiare un popolo sempre più martoriato e duramente colpito.

Fabio Trezza, portavoce dello Spazio Pueblo, interviene sulla questione: "Mentre la Corte di Giustizia Internazionale dell'Aia persegue Israele per genocidio, in Cisgiordania continuano gli insediamenti illegali e in Palestina la media è di cento bambini morti per ogni giorno senza il cessate il fuoco. Deve essere chiaro al mondo che non può esistere pace senza il riconoscimento dello Stato di Palestina e il diritto al ritorno dei rifugiati".

In questo contesto, l’occidente resta a guardare, lavandosi le mani con aiuti umanitari che poco servono alla causa palestinese. Il popolo palestinese rischia di scomparire per sempre, sradicato dalla sua terra dalle angherie e dalle orribili prepotenze di Israele, che recita il ruolo di comodo avamposto occidentale in terra araba. Il governo Meloni non prende le distanze dalle violenze, ma le alimenta, facendo leva sul tema strumentale dell’antisemitismo per distogliere l’attenzione dai crimini di guerra israeliani.

La cittadinanza di Cava, però, non può permettersi di ignorare ciò che sta succedendo alle sorelle ed ai fratelli palestinesi.

È per questo che Spazio Pueblo – Cava de’ Tirreni rivolge una chiamata aperta e trasversale a organizzazioni politiche e sindacali, realtà associative e a chiunque oggi si stia confrontando con la consapevolezza che nel genocidio che si sta consumando stiamo perdendo tutte e tutti un pezzo della nostra libertà e dignità di esseri umani.

Si chiede di scendere in piazza a lanciare un messaggio chiaro:

𝗖𝗘𝗦𝗦𝗔𝗧𝗘 𝗜𝗟 𝗙𝗨𝗢𝗖𝗢 𝗜𝗠𝗠𝗘𝗗𝗜𝗔𝗧𝗢 𝗘 𝗥𝗜𝗖𝗢𝗡𝗢𝗦𝗖𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗜 𝗣𝗔𝗟𝗘𝗦𝗧𝗜𝗡𝗔 𝗜𝗡 𝗔𝗖𝗖𝗢𝗥𝗗𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗥𝗜𝗦𝗢𝗟𝗨𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗢𝗡𝗨!

Tale messaggio deve essere quotidianamente rinnovato, affinché non cada nel dimenticatoio e si continui a costruire mobilitazione popolare per la Palestina in tutte le sue forme.