Nero Nicosia 1

Nel corso della sua discesa in Sicilia per ritirare il premio alla carriera, conferitogli nell’ambito della XII edizione del prestigioso festival del cinema e della fotografia, in Nicosia, Armando Cerzosimo, cattura il nero e il baglio della terra siciliana, inseguendo, tra le antiche pietre del centro storico, la sua musa velata Arianna Castrogiovanni, sublimandone, nelle immagini, l’anima e il corpo.

Testimone invisibile, Armando Cerzosimo, rende Arianna latrice del suo messaggio, in spazi nostalgici, malinconici, storici, che trasudano un profondo senso di appartenenza e identità, come su una scena teatrale, legando nello scatto inscindibilmente tempo e memoria. Da questo reportage è nato Nero Nicosia, il calendario iconico di Armando Cerzosimo che, impreziosirà il nuovo anno, per andare a rinnovare quelle ragioni estetiche, trasmesse ai figli Pietro e Nicola, da sempre improntate su principi di grande lealtà verso la fotografia sia quella, cosiddetta, commerciale, quanto la recherche, espressa attraverso reportage sociali con un dichiarato intento di ampio respiro, realizzati attraverso un sempre ferace confronto con altre realtà culturali del territorio. Mercoledì 5 gennaio, alle ore 11, Armando Cerzosimo accoglierà la stampa per la presentazione del calendario e il vernissage di una selezione delle immagini che vanno a comporre il lunario, fruibili per il pubblico (sempre nel pieno rispetto delle ordinanze anticovid-19) presso la sua Galleria Camera Chiara in via Giovanni da Procida, 9, sino a domenica 16 gennaio.

L’incontro saluterà la partecipazione del giornalista Gabriele Bojano e di Marco Russo, presidente dell’Associazione Tempi moderni, che dialogheranno sul progetto di Armando Cerzosimo, nato nel 2019  in seno alla kermesse “I fotografi abbracciano Nicosia”, in sinergia con il Movimento per la difesa dei Territori, realizzato per intero con una Leica d Lux 3, per la grafica di Gaetano Paraggio e la partecipazione discreta di Edoardo Colace, straordinaria di Vittorio Lioce, silenziosa di Luciano Siviero e preziosa di Franco Turcati.