Esce con Iod edizioni “La Stella Gialla. Racconti da Praga” dello scrittore ceco Ivan Klìma, lo scrittore internato da bambino nel campo di Terezìn e dissidente al regime, tradotto in Italia da Maria Teresa Iervolino.

Il libro sarà presentato venerdì 26 gennaio 2024 ore 17.30 presso la Sala Di Stefano del Palazzo delle Arti di Napoli (Via dei Mille 60). L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Napoli e con il patrocinio di Consolato Onorario della Repubblica Ceca a Napoli, ANPI Napoli, Sez. Lenuccia, East Journal, Associazione Freedomina, Bohemia. Ingresso libero.

Ai saluti istituzionali di Helena Schwarzová (referente affari culturali del consolato onorario della Repubblica Ceca a Napoli), seguiranno gli interventi di: Andrea F. De Carlo (docente lingua e letteratura polacca), Annamaria Palmieri (dirigente scolastica), Aristide Donadio (psicosociologo), Daniella Varchetta (docente di filosofia), Mariella Bellelli (docente di Storia dell'Arte), Nino Daniele (presidente del premio Amato Lamberti), Gina Sfera (associazione Freedomina), Andreas Pieralli (giornalista televisivo).

Introduce e modera Maria Teresa Iervolino. Interventi musicali di Luigi Donadio. Letture di brani degli studenti del Liceo Scientifico A. Labriola di Napoli Benedetta Conte, Simone Piccolo, Roberta Piras, Giovanni Perrotta.

Il libro

I tre racconti autobiografici dello scrittore ceco Ivan Klíma proposti nel libro La Stella Gialla. Racconti da Praga in traduzione italiana sono un contributo alla commemorazione del settantottesimo anniversario della liberazione da parte dell’Armata Rossa dei campi di concentramento nell’Europa Centro Orientale, primo tra tutti quello di Auschwitz Birkenau il 27 gennaio 1945 fino a quello di Terezín, liberato il 9 maggio.

L’autore ha vissuto l’esperienza della guerra ancora bambino come prigioniero nella città fortezza di Terezín, il campo di concentramento a circa sessanta chilometri da Praga destinato allo smistamento degli ebrei per i campi di sterminio ad est, e vi è rimasto per circa quattro anni - dal dicembre 1941 al maggio del 1945 – fino a quando l’Armata Rossa non irruppe anche qui liberando i pochi sopravvissuti.

Il motivo intertestuale che lega i tre racconti è proprio l’esperienza della guerra e si è trovato nell’elemento biografico una cornice che introduce i tre racconti con riferimenti alle esperienze vissute dallo stesso autore protagonista che non ha mai amato parlare dell’esperienza dell’occupazione tedesca e del ghetto, contrario ad ogni forma di speculazione mediatica sullo sterminio nazista.

I racconti selezionati sono tutti estratti dalla raccolta Le mie gite pericolose- Luisa, La signorina Vlasta e Marcela -; sono ambientati a Praga e forniscono informazioni sulla vita in città prima e dopo la guerra; i cui toni tristi sono stemperati dalla purezza dei sentimenti di un ragazzo ancora inconsapevole, inerme di fronte ad un’esperienza così enorme.

L’autore

Ivan Klima nasce a Praga nel 1931 da una famiglia di origini ebraiche. Da bambino conosce la
persecuzione nazista e trascorre quattro anni nel campo di concentramento di Terezín. Da adulto,
nella Cecoslovacchia comunista, già scrittore, partecipò ai circoli del dissenso e alla resistenza
culturale al regime, insieme a Vaclav Havel, Pavel Kohout, Bohumil Hrabal, Jaroslav Seifert. Fu legato da amicizia con Philiph Roth, subendo le restrizioni della censura che a lungo non gli consentì di pubblicare, ma che, insieme agli altri intellettuali dissidenti, aggirava con i meccanismi del samizdat.

Dopo la caduta del regime nel 1989, ha ricevuto diversi premi per la sua produzione letteraria, tra cui il premio Franz Kafka nel 2002, il premio Karel Čapek e il premio Magnesia Litera nel 2010.
Tra le sue opere principali ricordiamo almeno Milostné léto (Un’state d’amore, 1972); Ma veselá jitra (I miei allegri mattini, 1985); Moje první lásky (I miei primi amori, 1985); Milostné Rozhovory (Discorsi d’amore,1990); Moje zlatá řemesla (I miei mestieri d’oro, 1990); Ostrov mrtvých králů (L’isola dei re morti, 1992); Čekání na tmu, čekání na světlo (In attesa del buio, in attesa della luce, 1996); Soudce z milosti (Giudice sotto processo, 1986); Loď jménem Naděje (Una barca di nome speranza, 1998); O chlapci, který se nestal číslem (Del bambino che non divenne un numero, 1998); Moje šílené století (Il mio secolo pazzo, 2009).

La traduttrice

Maria Teresa Iervolino, (1974) ha studiato lingua e letteratura inglese, ceca e serbo-croata presso l'Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ed ha completato la propria formazione in Irlanda, Repubblica Ceca, Croazia e Serbia. È interessata alla letteratura e alla cultura ceca e serbo-croata del Novecento e si occupa di traduzione (per l’inglese, il ceco e il serbo-croato), studi e processi interculturali, lessicografia e linguistica e si dedica a progetti sulla cultura della memoria e della Resistenza, agli studi del Mediterraneo e dell’area balcanica e Mitteleuropea, ma si occupa anche di narrativa.

Ha pubblicato traduzioni, curatele, contributi, saggi e articoli su Ivan Klíma (La trilogia di Ivan Klíma: La storia, i primi amori, il dissenso, Pecob’spapersseries, 2012), Predrag Matvejević e Giacomo Scotti; nonché materiale lessicografico sulla Shoah e sul Sessantotto e il dissenso. Di Ivan Klíma ha tradotto e curato, per la prima volta in italiano, il racconto dal titolo Miriam, il primo amore (2016), la scelta antologica di racconti Una voce da Terezín, Miriam e altri racconti (2015), Ivan Klíma un bambino a Terezín (2020), una raccolta di racconti dell’autore ceco tradotti in italiano. Dal 2016 è direttrice della collana Res-East della Iod Edizioni.