A Procida sette cuochi per salvare il mare col progetto europeo FEAMP

È impossibile pensare a Procida slegandola dal suo rapporto con il mare, con “l’acqua salata” come amano definirlo gli isolani. Una relazione profonda e travalicante il confine blu che ne costituisce il limite territoriale, attraverso storie, narrazioni ed esperienze vissute navigando: la base da cui si sviluppano modi di dire, abitudini e costumi, un “mare” culturale complesso e inafferrabile, che non si può abbracciare con definizioni che lo delimitino compiutamente.

Coglierne dei riflessi è, tuttavia, possibile: occorre porsi in uno degli snodi che lo contraddistinguono, quegli incroci tra necessità e costrutto cognitivo che sono un osservatorio privilegiato sull’Umanità.

Il cibo, in questo senso, è senz’altro uno di questi luoghi; e, nei menù procidani, i pesci sono una presenza che si manifesta anche quando non ci sono; basti pensare ai famosi “spaghetti con il pesce fujuto” (fuggito) in cui l’arguzia del cuoco sopperisce alla mancanza di materia prima.

Sette cuochi procidani per sette ricette di “povero pesce”, realizzate con specie ittiche trascurate dai mercati ma dall’enorme potenzialità; preparazioni che traggono spunto dalla tradizione e la innovano, ponendoci la sfida di consumare in modo responsabile, evitando di dare impulso al prelievo intensivo di poche specie.

Perché, per salvare il mare, bisogna mangiarlo. Tutto.

È lo spirito che ha anima il progetto sulla pesca e la gastronomia «Il futuro NELLA tradizione». Un’iniziativa del Comune di Procida finanziata dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) e promossa dal Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste e dalla Regione Campania, nell’ambito del Programma Operativo FEAMP Campania 2014/2020, protagonista della due giorni che si è svolta sull’isola flegrea, nella tensostruttura allestita in Piazza Marina Grande, venerdì 1° dicembre e sabato 2 dicembre: una dinamica tavola rotonda con esperti di diversi ambiti, metaforicamente seduti sulle diverse sponde dello stesso argomento mare e un cooking show, con menù degustazione di ricette di mare tradizionali rivisitate dai sette chef isolani Vincenzo Assante di Cupillo, Alfonso Capodanno, Carlo Coscione, Aniello La Muro, Michele Lubrano Lavadera, Roberto Lucciola e Michele Spinelli e raccolte in un ricettario dedicato a base di razze, vaccarelle (specie appartenente alla famiglia delle mante), polpette di spine di pesce, sarde ripiene, pesci di paranza, condimenti a base di aceto, che facilitano la conservazione.

Un piccolo prezioso libello, compendio di antica saggezza rivisitata dai cuochi dell’isola, giovani e meno giovani, che hanno scelto di perseguire una politica gastronomica di riscoperta e di riattualizzazione di antiche ricette, soprattutto nella preparazione, per renderla alla portata delle esigenze della vita moderna, soprattutto di quella delle donne.

Pesci scomparsi dalle nostre tavole, sapori che solo i più “adulti” ricordano ancora, riproposti sabato scorso in piazza a cittadini e turisti.

Buoni da gustare e sani da mangiare per noi e per l’ambiente; diversificare lo sforzo di pesca distribuendolo su più specie e ridurre la presenza di elementi inquinanti, come le microplastiche prodotte dalla dispersione di oggetti in mare, che diventano nutrimento per i pesci entrando nella catena alimentare che arriva fino a noi, sono diventate necessità non più rinviabili per salvaguardare l’equilibrio marino, preservare gli stock di pesce, tutelare la nostra salute e quella dell’intero pianeta, nell’ottica “Una Terra, Una Salute”.

Argomenti affrontati della tavola rotonda dall’iconico nome «La cura del mare» – il mare ci cura, ma dobbiamo prendercene cura a nostra volta – che ha visto il saluto istituzionale della Vice Sindaco del Comune di Procida – fortemente impegnato su queste tematiche e con i migliori risultati in Campania in termini di coinvolgimento dei pescatori per la raccolta dei rifiuti a mare e il tonnellaggio recuperato – che primo in Campania, Giuditta Lubrano Lavadera e il contributo dei ricercatori Eleonora Brancaleone (Istituto Superiore di Sanità), Giuseppe Onorati (A.R.P.A. Campania), Marcella De Martino (C.N.R.), Valerio Zupo, (Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’), del giornalista e scrittore Antonio Fiore, del manager Antonio Veneziano (Federpesca Campania) e dell’avv. Anna Ambrosino, esperta di Diritto Alimentare e Blue Economy (Food Law e Blue Growth).

«La pesca, è una tradizione storica dell’isola di Procida da valorizzare e tutelare più che mai – dice il Sindaco dell’isola Raimondo Ambrosino – Come amministrazione abbiamo sempre cercato di agevolare il recupero dei rifiuti a mare da parte dei pescatori, un tema molto importante legato all’ambiente, lavorando come abbiamo sempre fatto, con i Comuni flegrei. Un dialogo iniziato con l’anno da Capitale della Cultura».

L’intera manifestazione si è mossa dentro l’orizzonte normativo del Programma Operativo FEAMP Campania 2014/202 e di due provvedimenti legislativi regionali: la misura 1.43, sviluppata insieme al Comune di Pozzuoli, che supporterà l’acquisto di 12.500 casse a rendere per il trasporto del pesce, riusabili dopo la disinfezione e rintracciabili grazie alla presenza di un microchip, con le quali sostituire quelle in polistirolo attualmente in uso e ridurre la dispersione di microplastiche in mare e la misura 5.68 che sostiene la promozione culturale e commerciale, del pescato diversificato e a miglio zero attraverso incontri, spot social e radiofonici, un video emozionale e un documentario, realizzati dalla Cooperativa Ar.Tu.Ro-Procida TV, azienda di produzione cineradiotelevisiva ed organizzazione eventi, scritti dal collettivo EsseCcì Scripts e diretti dallo sceneggiatore e film-maker Cristiano Esposito.

«La nostra isola è un laboratorio: partecipa ad un progetto pilota europeo per la decarbonizzazione e a diverse iniziative sulle energie alternative e questo finanziamento, in partenariato con il Comune di Pozzuoli, mercato ittico di riferimento, è in continuità con quanto già in corso. Oggi proponiamo anche un valore culturale che mira a tutelare l’ambiente, a partire da quello che mangiamo» conclude Antonio Carannante, Assessore alla Pesca e all’Agricoltura del Comune di Procida.