Ciak si visita: Borgo Marinari a Napoli con Massimo Troisi. Vietri sul Mare con Claudia Mori e Terence Hill

enzook1Ai piedi del castello più famoso di Napoli, Castel dell’Ovo, fronteggiato dalla cortina liberty dei Grandi Alberghi del lungomare, come il Continental, il Santa Lucia ed il Vesuvio, si apre una piccolo borgo, dove non era raro un tempo incontrare Totò e Sophia Loren, che ancora oggi, mantiene intatto il suo fascino antico di pescatori, quelli che, da Santa Lucia, partivano per la pesca e rientravano con le reti colme. E’ il Borgo Marinai, sei palazzi, tutti a due piani, una piazzetta al centro e tanti localini, un’oasi di Napoli dove coppie, famiglie, amici e turisti, possono trascorrere piacevoli ore per una cena o un cocktail serale e dove, tra le altre cose, è anche possibile fumare il narghilè.

Borgo Marinari compare in pellicole come Napoli milionaria, La mazzetta, Giallo Napoletano e soprattutto in "Pensavo fosse amore e invece era un calesse" (1992) film che segnò il ritorno alla regia di Troisi dopo la parentesi con Scola ed anche l'ultimo dietro la macchina da presa. Un film che affronta, con la leggerezza ed il pessimismo tipico di Massimo Troisi, la contraddittorietà dell’amore, e del rapporto uomo-donna traslati in quella famosissima battuta, più che mai attuale, che Troisi fa dire a Tommaso, il personaggio che interpreta: "Uno dice "Viviamo insieme" quando vuol dire che le cose non vanno... Infatti poi quando peggiorano dice: "Perché non ci sposiamo?"... Che proprio cominciate che non ce la fate più: "Che facciamo un figlio?". E quando alla fine vi odiate ma siete vecchi, dite "Che ci lasciamo proprio adesso che siamo vecchi?!". È quello il percorso".

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Anna Pavignano firmò con lui soggetto e sceneggiatura; tra gli attori, i bravissimi Marco Messeri, Angelo Orlando, David di Donatello come migliore attore non protagonista e Francesca Neri, Nastro d'Argento migliore attrice protagonista. Un film reso ancora più celebre dalla sua colonna sonora, Quando, di Pino Daniele (nomination al David di Donatello per la migliore colonna sonora; primo premio Nastro d’Argento; Globo d’oro per la migliore musica). In rete circola molto un video, tratto dal documentario su Troisi di Anna Praderio, che mostra il regista napoletano ascoltare “Quando” per la prima volta. «Mi ha chiamato Pino e m’ha ritt’: “Sient’ Massimo, agg’ fatt’ ‘na canzone: pe’ piacere, me vuo’ fa’ nu’ film?».

Borgo Marinari è stata location prediletta dai registi anche per il cibo. Ne sa qualcosa Sergio Corbucci, ne "La Mazzetta" (1978) quando girò al ristorante (oggi anche albergo), Transatlantico, nella scena in cui Nino Manfredi fu costretto da un boss e i suoi scagnozzi a mangiare senza sosta degli spaghetti al nero di seppia. L’anno dopo, sempre lo stesso Corbucci  al Borgo, ma al ristorante La Scialuppa  in "Giallo Napoletano" gira un’altra scena in cui si vede un Marcello Mastroianni maestro di mandolino, che tra una grigliata di pesce e una zuppetta di frutti di mare, suona per i clienti del ristorante.   

Ci spostiamo a Vietri sul mare, etrusca, sannita, e poi importante porto romano. Qui tra spiagge (le preferite da Nanni Moretti per le sue vacanze estive) e vecchie case, Raffaello Matarazzo diresse nel 1959 "Cerasella" (titolo di una canzone, chiaramente presente nel film); una storiella balneare a lieto fine con una esordiente quindicenne Claudia Mori ed un ventenne Mario Girotti, non ancora Terence Hill (oltre che Peppino De Filippo e Carlo Croccolo). Cerasella, un'orfana allevata da uno zio e promessa sposa al figlio di un ricco salumiere, fugge dall'altare il giorno del matrimonio. Conosce il giovane Bruno e se ne innamora. Nel film la chiesa dove Cerasella scappa il giorno delle nozze è la chiesa di S. Maria delle Grazie. La casa dove lei abita e dove Alfredo (Luigi De Filippo) per riconquistarla le fa cantare da Fausto Cigliano, come serenata, la canzone "Cerasella" è in via Costiera che è anche la via dove si trova lo stabilimento balneare dove si svolge la maggior parte del film. Quando il film fu girato, a Vietri vi erano ancora i segni di quella tremenda alluvione del 1954 che portò morti e distruzioni. Cerasella fece ritornare il sorriso nel borgo. Per la bella sposa di Adriano Celentano la costiera, Amalfi in specialmodo, poi sarebbe diventata galeotta. La Mori e il Molleggiato qui nel 1963, si incontrarono per la prima volta, sul set di "Uno strano tipo". 

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Una visita a Vietri è obbligatoria, perché è considerata con le sue botteghe, la capitale indiscussa della ceramica artistica, in particolare delle maioliche. Basta una passeggiata per rendersene conto, come ad esempio lo splendido campanile della Chiesa di San Giovanni Battista, con la sua cuspide maiolicata. Una delle peculiarità di Vietri, che pochi sanno, è che la sua tradizione artistica è “contaminata” (in senso positivo) anche da influenze esterne, come quella tedesca. Infatti, durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco degli alleati, molti tedeschi decisero di fermarsi a Vietri, affascinati dal clima mite e dallo stile di vita mediterraneo. Esperti chimici, trasferirono il loro sapere nell’arte delle ceramiche, dando vita a colori e sfumature uniche, come il famoso “giallo di Vietri”. Una storia che si può ripercorrere, visitando gratuitamente, il Museo provinciale della Ceramica, nella meravigliosa Villa Guariglia, lascito di Raffaele Guariglia, Ambasciatore d'Italia, dell'Ordine di Malta e ministro degli Esteri del governo Badoglio. Infine dopo tanta bellezza artistica non si può fare a meno di assaggiare un piatto di alici oppure di un piatto di paccheri di gragnano con pescato fresco del giorno.

*docente di marketing turistico e local development