Test Covid19 per viaggiare: Stati Uniti e altri Paesi introducono l'obbligo

Quando, dopo l’ennesimo lockdown e lo stop delle partenze per il ponte pasquale – ulteriore scure sul settore dopo l’azzeramento dei viaggi nelle festività natalizie – si potrà – si spera – tornare a viaggiare e a programmare le vacanze, si riproporrà il quesito sull’adeguatezza di posti volo e treno per far muovere i turisti. Una domanda che abbiamo rivolto a Cesare Foà, presidente di Advunite.net e “antenna” del settore in una fase particolarmente vivace che vede l’associazione impegnata tra consulenze fiscali, sindacali e legali.

“Attualmente il mercato delle linee aeree è molto confuso – riconosce Foà – e non rasserenano gli animi le continue variazioni di Dpcm e le disposizioni internazionali circa i viaggi. Ci sono compagnie che giocano sull’attività di marketing e comunicazione, come è il caso di Ryanair e easyJet su tutte, che lanciano promozioni su viaggi a prezzi contenuti e offerte sensazionali. Ma saranno effettuati questi voli – si chiede il presidente – e in caso di cancellazione come rimborseranno i biglietti?”.

Non è un caso che quest’ultima sia la cosiddetta “domanda del giorno”, visto che è prossimo lo scadere dei primi voucher, “che verranno spostati di altri 6 mesi – spiega Foà – e porterebbero, in caso di rimborso, ad un esborso notevole da parte delle compagnie, praticamente impossibile”. A questo punto che fare? La risposta più volte sollecitata è quella di una presa di posizione da parte dei governi, che dovrebbero certificare e tutelare gli utenti con regole comuni e leggi uguali, tutelando così non soltanto i clienti ma gli stessi intermediari. “Una decisione ancora non assunta – replica il manager – da qui la recente riunione tenutasi con l’Enac la settimana scorsa”.

Il rischio di azioni forti

Secondo il presidente di Advunite, le associazioni tuteleranno le agenzie di viaggi anche con azioni forti, che potrebbero bloccare in pista gli aerei e questo sarebbe un ulteriore dramma “ma dobbiamo smetterla di girarci attorno”, sottolinea facendo l’esempio dell’aeroporto di Napoli, che ha subito – come altri – una drastica riduzione di voli, un ridimensionamento anche impossibile da colmare nel breve (Napoli aveva di questi tempi almeno 35/40 voli, oggi 5), “ma si tratta di capire come vengono gestiti gli equipaggi e la manutenzione”.

Sul fronte del soggiorno, intanto, si assiste al fatto che tanti albergatori, già dalla scorsa estate, promuovono l’aumento delle vendite dirette, fatto che potrebbe causare, almeno in regioni preferibilmente raggiungibili per via aerea, uno scompenso tra numeri di posto letto a disposizione e numeri di posti volo.

“Questo è sicuramente un problema, ma c’è da chiedersi quanti albergatori riapriranno alle attuali regole e con le incertezze di mercato. I primi a non riaprire saranno quelli che hanno una prevalenza di clientela straniera. Sento dire da molti politici locali di creare zone Covid free – aggiunge – ma senza conoscere i protocolli è una mossa difficile da attuare. Penso che faremo ricorso anche questa estate al cosiddetto turismo di prossimità, con spostamenti in auto, ma che dovremmo anche prevedere di monitorare”.

Il traffico ferroviario
L’incertezza negli spostamenti ha tra l’altro imposto alle società ferroviarie un drastico taglio ai treni ad alta velocità, caratterizzati da un traffico leisure, con conseguenti aumenti di prezzo. “I treni – commenta Foà – vivono la stessa situazione degli aerei, con la differenza che hanno controlli più rapidi, e quindi più facili da utilizzare. ma manca la domanda, quindi giustamente i due vettori non aumentano i flussi”. Cosa faranno per l’estate? “Se ci sarà la domanda, a differenza delle compagnie aeree, i vettori ferroviari ripartiranno più velocemente e anche l’annuncio di Battisti sul primo treno Covid free sarà un altro segnale importante per la ripartenza”, sostiene il manager. Il problema è decidere come ripartire in sicurezza, tenendo conto che il turismo non può restare fermo oltre.