Risultati immagini per il fariseo e il pubblicano

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.


   Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

COMMENTO DI DON GIGI PINI

“O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

   Troppo facile adesso sentirci, tutti, dalla parte del pubblicano, anche perché Gesù ai farisei proprio non gliene lascia passare neppure mezza, ma Lui è così con quelli che si credono “padreterni”...e non lo sono per niente; e poi Lui, il Padre, lo conosce bene, non possono “spacciarsi” così spudoratamente!
Comunque anche a noi, alle volte, fa comodo sentirci pubblicani per poi comportarci come dei farisei.
Infatti, avanziamo diritti “perché io le mie tasse ed i miei sacrifici li ho fatti, e li faccio, vado a messa la domenica, rispetto i venerdì di quaresima, faccio qualche adorazione, recito il rosario...le mie “tasse” io le pago!”.
   Fariseo, mi comporto come un fariseo, ma non come uno qualunque, no, ma come uno di quelli che non hanno capito niente, proprio niente. Sì, perché non ho ancora capito che quelle non sono e potranno mai essere “tasse”, ma momenti d’amore con il Signore Gesù per poi poter incontrare gli altri nella quotidianità dei momenti no e di quelli sì...e insieme riprendere il “cammino”.
“ Non voglio sacrifici e olocausti! “… “ Un cuore pulito è sacrificio a Dio! “.
   Il Signore Gesù, insomma, non sa cosa farsene delle mie “tasse “, vuole, al contrario, il “sacrificio del cuore “. Amore, ecco cosa vuole. Vuole essere amato prima di tutti e prima di tutto per dare senso e giusta dimensione a tutto quello che “devo amare” e gli basta poco, veramente poco, per rimandarci nella vita puliti e contenti. Gli basta “l’amore”:

- l’amore che riconosce gli errori di scelte sbagliate;

- l’amore che sa chiedere scusa;
- l’amore che cerca il perdono;
- l’amore che vuole l’incontro con Lui perché sentiamo dentro una tremenda voglia di vivere...ma dalla sua parte.
Si parla di gesti e atteggiamenti concreti come quelli che fa il pubblicano nel suo domandare “pietà” e nel suo “battersi il petto”…
   Attenzione, però, che non è più questione d’essere o di sentirsi pubblicani o farisei...ma solo figli del Padre e fratelli del Signore Gesù e comportarsi di conseguenza.
Lui è “già” sulla mia strada, è “già” in mezzo alla mia vita, ma io posso anche fare finta di niente o fare la parte di quello che ha ragioni da vendere quando basterebbe lasciarsi amare da questo Dio che mi vuole libero e contento.
Buona vita allora, ma davvero. Un grande e forte abbraccio. Ciao, don Gigi