VIOLENZAdi Mirella Falco

Nella nostra società sono troppi gli uomini che vivono vite sregolate e insoddisfacenti che sversano “per gioco” il loro odio e la loro inadeguatezza sulle loro compagne di vita e Donne che per i più disparati motivi sono vittima di abusi, violenze fisiche e psicologiche, costrette a portare un fardello troppo grande con la perenne sensazione di essere murate vive nei meandri della mente.

A dare loro sostegno vi sono non poche organizzazioni, centri antiviolenza che supportano e difendono queste donne, ma sembra non essere abbastanza, in quanto aumentano di anno in anno le violenze a danno delle donne, dai dati ISTAT solo nel 2017 quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza. Mi chiedo se, sarebbe il caso, di dare supporto a chi tenta o compie una violenza, giocare d’anticipo, ed evitare, così, che a subire siano sempre e solo le donne.

Tra qualche settimana (25 novembre) sarà la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne; In questa occasione vorrei chiedere “scusa” a tutti quegli uomini che usano metodi alternativi all’amore e alla forma di protezione più vera, perché deve essere "dura" per loro fare la parte del cattivo, tornare a casa ubriachi, insoddisfatti della vita, delusi dal lavoro o dalla loro giornata e concluderla punendo le donne…

Ecco la lettera: «Scusa se non sono abbastanza carina oggi e non assomiglio a una di quelle bambolone che ti piacciono tanto, o di non essere la ragazzina di cui ti eri innamorato un tempo e per questo merito di essere punita; Scusa se mi sono permessa di esprimere un mio pensiero e quando hai tentato di strangolarmi le mie gambe non hanno retto e sono andata giù come un birillo; Scusa se quando sei rincasato non era ancora pronto o non ho portato a termine un ordine che tu mi avevi gentilmente inflitto, nei tempi prestabiliti, tu hai dovuto colpirmi più volte il viso lasciandomi degli evidenti lividi, che ho necessariamente dovuto mascherare e segregarmi in casa per non mostrare al mondo la prova concreta del tuo “volermi bene”, in quei giorni hai provveduto tu alla spesa, perché solo tu sei capace; Scusa se quella sera non mi andava di giacere con te perché eri parecchio alticcio e tu hai deciso bene di cacciarmi via a calci, preso a bastonate sulle gambe lasciandomi a terra con qualche frattura scomposta; o quella volta che sei tornato a casa con la convinzione che intrattenessi una pseudo relazione clandestina, come prima reazione hai rotto tutto in casa e poi mi hai malmenato come solo tu sai fare, a tal punto facendomi perdere i sensi proprio davanti ai bambini, scusa se nel gioco dell’incassa il colpo, che di tanto in tanto mi proponi quella volta ho tentato di spostarmi e tu mi hai rincorso, acchiappata e strascinata per tutta casa come un lava pavimenti, Scusa se l’ultima volta che mi hai colpito sono andata giù e non mi sono più rialzata, giacevo in una pozza di sangue e hai dovuto ripulire tutto e comunicare ai miei cari che ero morta».