BETÚN – Teatro Strappato

"Betùn", quinto spettacolo in programma per Faziopentheater e anteprima assoluta in Campania, si terrà domenica 17 dicembre nella Sala Teatro di Palazzo Fazio, ore 19.

Betún è un bambino di strada, uno di tanti milioni, senza nessuno, senza niente. La sua storia é una poesia sul vuoto, che riesce a colmare di emozione il cuore del pubblico. Teatro Strappato presenta un indimenticabile spettacolo di maschere senza parole, ma con un grande significato, una favola teatrale che si materializza e svanisce dinanzi al pubblico. Immagini portate e poi spazzate via dal vento, che lasciano ricordi indimenticabili. 100 milioni di bambini vivono nelle strade del nostro mondo, dei quali 40 milioni in America Latina, Betún é quella faccia scomoda che ci guarda negli occhi e diventa lo specchio magico che ci mostra il lato peggiore della nostra specie, Betún é 100 milioni di bambini invisibili ma con un volto, il volto peggiore della nostra umanità. Il lavoro di ricerca portato avanti da Teatro Strappato, durante il viaggio in Bolivia fatto all’inizio del 2016, sui bambini che vivono e lavorano nelle strade delle metropoli dell’ America Latina, ha come frutto “Betún”, uno spettacolo senza parole ma che dice molte cose. Una maschera di cuoio che diventerà per un momento il volto di milioni di bambini. La prima dello spettacolo é in luglio del 2016, al Festival di Avignon Le Off.

FITICH (Chile – 2017), Festival Internacional de Teatro de Santa Cruz de la Sierra (Bolivia 2017), Festival Internacional de Teatro de Molina de Segura (Spain 2017), Festival Off d’Avignon (France – 2017), FITAZ (Bolivia 2018), Festival Off d’Avignon (France – 2019) Prix Tournesol (Avignon France – 2019). 

Compagnia “TEATRO STRAPPATO” (Francia – Spagna) 

BETÚN “4 sogni e 5 realtà di una vita di strada” 

REGIA Vene VIEITEZ 

INTERPRETI Ceci ESCRITOR – Vene VIEITEZ

FOTO César DESVIAT - César CANO

ALTRE INFO SU "BETÚN"

Tutto quello che succede in “BETÚN” ci é stato raccontato da bambini di strada.
BETÚN: Un viaggio per un sentiero segnato da mille minuscoli passi, impronte anonime di piccoli piedi scalzi, un canto muto alla coscienza degli uomini, un pianto senza lacrime né sospiri, un gruppo di bambini uniti dall’abbandono, una casa di cartone e non di cioccolato, un sogno che si crepa come l’asfalto delle strade non curate, una società di individui soli che si temono fra loro, un giocare a nascondino nelle fognature, una caduta nel vuoto che non finisce mai, un bambino che voleva essere un supereroe, per il momento é diventato invisibile, quel bambino ormai nessuno lo guarda più. Ma chi può accorgersi che é lì? Betún é parte del paesaggio, tanto presente, tanto costante che nessuno se ne accorge, nessuno lo vede.

Questo spettacolo racconta una storia moderna, una favola dei nostri tempi, che potrebbe cominciare con “C’era una volta la strada…”.

Il nostro eroe quindi non é proprio un eroe, é più piccolo, diciamo che é un quarto di eroe, e come in tutte le favole che si rispettino ci sono molte cose brutte e sbagliate, cose cattive… Betún vive, sogna, lavora, dorme e gioca sulla strada, l’asfalto é il suo tappeto e il marciapiede il suo salotto. La sua storia é del colore della sua casa, della sua vita, é una favola nera di sogni e realtà. E quindi questo spettacolo non si divide in atti né scene, ma in 4 sogni e 5 realtà che ci mostrano il viaggio verso l’inferno di un bambino condannato alla strada.

Betún é una breve poesia teatrale su una cruda e sconcertante realtà che opprime troppi bambini nel mondo. Con questo spettacolo Teatro Strappato desidera offrire al pubblico l’opportunità di conoscere quell’implacabile trappola di asfalto che minaccia milioni di bambini. 

LA TECNICA TEATRALE

La cifra stilistica che caratterizza gli spettacoli di Teatro Strappato é l’uso della maschera, grazie alla quale l’attore dialoga direttamente con la coscienza e il cuore del pubblico. Nella profonda finzione che circonda la maschera si trova la profonda realtá di ció che ci comunica. Betún” é uno spettacolo nel quale la maschera permette al pubblico di identificare con grande immediatezza i personaggi in gioco e riesce a parlare un linguaggio che non richiede parole. E per questo “Betún” é uno spettacolo pieno di suoni e rumori, ma senza una sola parola, perché la storia che ci narra non é una storia che si possa raccontare parlando, é una storia di cose che semplicemente accadono quando nasci dalla parte degli sfortunati. 

MESSA IN SCENA

Un genere teatrale unico nel quale il palco si trasforma nel mondo effimero della favola, dove i personaggi si materializzano dinanzi al pubblico in un gioco di complicitá tra la realtá e la finzione, niente é nascosto al pubblico, niente accade tra le quinte, si vede tutto e i personaggi sono privi, come accade in strada, di intimitá. Questo spettacolo si “narra” con lo spirito di un cantastorie, l’implicito conta tanto quanto l’esplicito, le immagini sono evocate, nascono sul palco e raggiungono la loro pienezza nell’immaginazione del pubblico. La musica gioca un ruolo di grande importanza nella drammaturgia muta di questo spettacolo e grazie a lei “Betún” diventa una danza di sentimenti e metafore. Lo spettacolo é composto da nove quadri: cinque realtá e quattro sogni che si alternano.
Il mondo onirico di Betún é guidato dalla Sonata per piano e clarinetto op. 167 di Cammille Saint – Saens. Ogni movimento di questa Sonata corrisponde a un sogno di Betún, le sue realtá invece sono piene di rumori e contrasti. Le caratteristiche maschere di cuoio di Teatro Strappato ci mostrano personaggi la cui vite si leggono chiaramente nei tratti dei volti. Questi poetici oggetti sono minuziosamente disegnati ed elaborati da Cecilia Scrittore e Vene Vieitez per permettere al pubblico di curiosare negli angoli piú nascosti dell’anima dei personaggi. 

IL TEATRO COME ATTORE SOCIALE

Il sociologo polacco Zygmunt Bauman definisce la societá del nostro tempo come liquida, in costante cambiamento di forma e contenuto. Tale cambiamento é comprensibile soltanto attraverso il dialogo costante tra la realtá e la sua interpretazione. Un dialogo vivo, sempre allerta, liquido, come uno spettacolo teatrale che ogni sera nasce e si sviluppa dinanzi al pubblico, incapace di restare indifferente a ciò che accade fuori dal teatro. La nostra compagnia difende un Teatro contemporaneo nel senso di utile e necessario per i suoi contemporanei. Al di sopra di tutto il Teatro é comunicazione, di informazioni, sentimenti, sogni e incubi, un ponte tra gli esseri umani che riesce, in questo pianeta sovrappopolato, a mettere il pubblico nei panni di un anonimo bambino indifeso della periferia del mondo. Questo bambino diventa un amico e capiamo il suo dramma. Il Teatro ha la responsabilità e l’obbligo di aiutare gli esseri umani a conoscersi nonostante le distanze, il Teatro deve essere un attore del vincolo sociale ed é con questo spirito e questa speranza che si deve aprire il sipario di un Teatro contemporaneo nel senso alto del termine. 

I BAMBINI DELLA STRADA - LA RICERCA IN BOLIVIA

A gennaio del 2016, dopo mesi di ricerche bibliografiche, i membri di Teatro Strappato viaggiano per un mese attraverso la Bolivia, con lo scopo di portare a termine un’osservazione di campo sui bambini della strada, che avrá come risultato lo spettacolo Betún.

La situazione dei bambini della strada a livello globale é difficile da diagnosticare, si tratta di un’infanzia rifiutata, ignorata, abbandonata dalla propria famiglia e dal mondo. Questi bambini compongono scandalose cifre che fluttuano tra i cento e i centocinquanta milioni, a seconda dell’organizzazione che fornisca i dati. E cosí questi individui diventano un numero, una statistica senza identitá, pronta per essere pubblicata e dimenticata nell’inflazionato mercato dell’informazione. Sappiamo anche che all’incirca un quaranta per cento di quest’infanzia abbandonata vaga per le strade dell’America Latina. La morfologia del problema varia a seconda della zona del mondo e abbiamo deciso di concentrarci nel caso latino-americano nel quale, con diversi livelli di gravitá a seconda del Paese, i detonanti di questa situazione risultano principalmente la profonda destrutturazione familiare, accompagnata da casi critici di alcolismo e violenza domestica.

Con questa ricerca Teatro Strappato intende creare uno spettacolo responsabile su questa tematica, uno spettacolo in grado di sensibilizzare e informare il pubblico su questa tragica realtá vissuta dai bambini della nostra specie, dalla nostra infanzia, bambini che ancor prima di avere una cittadinanza o un’identitá culturale, sono esseri umani che meritano che i loro diritti siano tutelati da tutti gli altri esseri umani.

Il mondo si divide tra idilliche bolle e minacciose profonditá e gli abitanti di ognuna di queste due dimensioni non riescono a immaginare come sia il mondo al di fuori della propria realtá. “Betún” sogna di essere un ponte tra questi due mondi, un ponte per conoscere e far proprio ció che altrimenti sarebbe semplicemente lontano e inimmaginabile.

Un punto di appoggio fondamentale per la ricerca é stato il Centro Tiquipaya Wasi nella cittá di Cochabamba, visto che abbiamo avuto l’occasione di convivere per un periodo con ragazzi che hanno vissuto in strada. Con loro abbiamo realizzato un laboratorio teatrale che ci ha permesso di conoscere meglio le loro storie di vita. La raccolta di dati, l’osservazione e le interviste ai ragazzi della strada e ai professionisti che lavorano con e per loro hanno costituito il lavoro in Bolivia.

La collaborazione con il Centro di accoglienza Tiquipaya Wasi ha fatto nascere un piccolo progetto di Teatro Strappato per aiutare nella raccolta fondi per l’autosostentamento del Centro stesso. Si tratta di una piccola collaborazione che sará frutto dell’apportazione del pubblico dello spettacolo. E’ una goccia d’acqua nell’oceano, ma non bisogna mai dimenticare che senza gocce d’acqua non ci sarebbe l’oceano. In questo modo cerchiamo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di un piccolo supporto: per quanto sembri ancor piú piccolo dinanzi all’immensitá del problema dobbiamo ricordare che tutta la nostra realtá é composta di grandi drammi che sono attenuati proprio dai piccoli gesti.

Info - Prenotazioni

Antonio Iavazzo - 3389924524 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Gianni Arciprete - 3343638451 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.