Diga di Campolattaro, entro 30 giorni il programma del potabilizzatore
"Sono in prima linea, al fianco del presidente Vincenzo De Luca e della Provincia, per sbloccare al più presto 100 milioni di metri cubi d’acqua presenti nell’invaso e metterli al servizio del nostro territorio, dando la spinta decisiva ad una vera e propria rivoluzione nel campo delle colture per uso irriguo e potabile.
Una linea già tracciata ma non basta. Ora più che mai è fondamentale vigilare, dando al territorio una visione strategica ed assicurando una guida decisa per far sentire la voce dei sanniti nella delicata partita che si disputerà da qui alle prossime settimane. Una risorsa della nostra provincia che, per una volta, non dobbiamo farci depredare, se vogliamo davvero lasciare un segno indelebile e dare una opportunità occupazionale concreta alle nuove generazioni. Questo è l’impegno che mi sono preso per il Sannio. E non intendo retrocedere di un passo".
 
Floriano Panza, candidato alle prossime elezioni regionali con la lista Fare Democratico - Popolari, torna sulla questione delle risorse idriche e della diga di Campolattaro, tra i punti più significativi del suo programma dedicato al rilancio del Sannio.
Basti pensare che la diga - realizzata nel 1980 dalla Cassa del Mezzogiorno e terminata grazie agli interventi della Provincia - prevedeva sin dalla sua progettazione l'uso potabile esclusivamente per la città di Napoli, mancando una derivazione per poterla utilizzare completamente sul nostro territorio.
"Tre anni fa, su delega dei sindaci, sono stato nominato componente dell'EIC, l’Ente Idrico Campano per la programmazione idrica regionale. Un ruolo di grande responsabilità che mi ha consentito di valutare tutte le potenzialità idriche del nostro territorio, aiutandomi a diventare un sindaco a servizio di altri sindaci.
Grazie alle mie indicazioni e al grande supporto della Provincia e della Regione Campania, siamo riusciti a fare rete con il sindaco di Benevento, con il Consorzio di bonifica e con i sindacati agricoli, contribuendo a modificare il progetto originale e raggiungendo in sede di trattativa un grande risultato: potabilizzare le acque della diga per il Sannio, riservando una risorsa sufficiente ai Comuni telesini, all’hinterland beneventano e del Tammaro-Fortore - visto che gli stessi Comuni sono i fornitori dell’acqua alla diga - e destinando almeno il 50% della portata massima, alla costruzione di una linea per uso esclusivamente irriguo al servizio del comprensorio delle nostre valli. Una vera e propria autostrada dell’acqua che attraverserà, irrigandola, l’intera valle, andando poi ad innestarsi nell’acquedotto campano".
 
Si passerà, dunque, da 4.000 ettari già serviti per l’irrigazione ad un allargamento su 15mila ettari di terreni agricoli. In totale, 7mila litri al secondo per irrigare il Sannio - da Benevento al Taburno e alla Valle Telesina e Titernina - sino all’area impianti, fornendo acqua potabile a più di 500mila cittadini.
"Siamo ad una svolta: è un’opportunità storica per la crescita economica e sociale del Sannio. Significa permettere alla città di Benevento di abbandonare finalmente i pozzi, utilizzando solo l’acqua della sorgente del Biferno, risolvendo per sempre il problema dei rubinetti a secco che interessa aree sempre più vaste della provincia di Benevento, con zone che da più di 20 anni soffrono di razionamenti idrici notturni e ora anche diurni, come il Medio Calore, le colline beneventane, il Tammaro ed il Fortore. Significa consentire anche l’irrigazione delle valli sannite fino ad un’altitudine di 350 metri. Significa permettere alle nostre imprese agricole di impegnarsi su produzioni ad alta redditività. Significa aiutare i produttori e facilitare l’irrigazione di soccorso in periodi di siccità ed in presenza di sbalzi termici. Migliaia di nuovi posti di lavoro in agricoltura, in aziende agricole e nelle cooperative per dare un futuro ai nostri giovani.
Una modifica progettuale che abbiamo conquistato giorno dopo giorno e che era stata sottovalutata. Una tale disponibilità di acqua da consentire di realizzare ogni forma di agricoltura irrigua nel nostro territorio, lasciando la libertà alle aziende agricole beneventane di adottare piani colturali per produzioni diversificate, qualitative e redditizie, potendo adattarsi senza vincoli alle variabili esigenze del mercato e della politica agricola comune”.