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Dante tra diritto e letteratura, presentazione del libro di Marco Galdi  venerdì 24 a Vietri per La Congrega Letteraria. — Gazzetta di Salerno

All’interno della sua decima rassegna culturale, l’associazione La Congrega Letteraria di Vietri sul Mare presenta: “DANTE TRA DIRITTO E LETTERATURA”, di Marco Galdi, professore di Diritto Pubblico all'Università degli Studi di Salerno, e presidente della Lectura Dantis Metelliana e della Società Filellenica Italiana; il volume è uscito per i tipi D'Amato editore.

L’appuntamento è per Venerdì 24 marzo, alle ore 18:00, presso l’aula consiliare del Comune di Vietri sul Mare in C.so Umberto I 83. Dopo i saluti del primo cittadino dott. Giovanni de Simone, dialogheranno con l’autore i proff. Carlo Chirico, docente di Filologia dantesca, e Salvatore Prisco, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico e di Diritto e Letteratura; modera la serata il giornalista Aniello Palumbo. L’evento è organizzato grazie all’apporto collaborativo della Pro Loco di Vietri sul Mare e di D'Amato editore.

IL LIBRO: Dante non è stato certo un giurista, ma in più passi delle sue opere si è interessato al diritto. Anzi, ad esso riconosce una funzione straordinaria: quella di assicurare equilibrio sociale e di pacificare gli uomini. Il volume, dapprima, esamina l’idea che Dante ha avuto del diritto, connessa all’idea di giustizia, prendendo le mosse dalla percezione che del fenomeno ebbero gli uomini del suo tempo e tracciando un florilegio di riferimenti giuridici nell’ambito della sua vastissima produzione. Poi, ricostituisce l’ideale universalistico di Dante, rileggendo in particolare lo studio sulla monarchia, che governa mediante la legge, alla luce del complesso pensiero aristotelico. Infine, esamina la lettura data da Hans Kelsen, forse il più importante teorico del diritto del XX secolo, della dottrina politica dantesca, che il giurista austriaco compie, a soli ventiquattro anni, nella monografia dal titolo Die Staatslehre des Dante Alighieri (Vienna, 1905). Chi leggerà questo volume dovrà convenire sul debito di Dante nei confronti di Aristotele: quello ufficiale dell'Etica o della Politica; non escluso quello, talora considerato spurio, della lettera ad Alessandro Magno “sul regno”… Ma dovrà anche concordare sulla modernità del suo pensiero, che, oltre ad oltre sette secoli dalla morte, rimane punto di riferimento ineludibile per l’uomo di oggi. Dovrà, infine, prendere atto dello stretto legame che esiste fra letteratura e diritto, fra descrittivo e prescrittivo, nella misura in cui, in fondo, il secondo non fa che definire nel senso desiderato l’umanità e la società, che però solo les belles Lettres sanno disegnare con tutti i colori della vita.

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