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Petizione reimpianto alberi corso Garibaldi - Napoli Village - Quotidiano  di Informazioni Online

Nel 2024, con il sostegno di centinaia di cittadini, abbiamo promosso una petizione legale per chiedere il reimpianto degli alberi lungo Corso Garibaldi, un’arteria cittadina che è stata vittima di un vero e proprio scempio ambientale.


Un’operazione di distruzione sistematica, portata avanti con ostinazione e ignoranza da chi, evidentemente, ritiene che le vetrine siano più importanti della salute pubblica e della qualità della vita.
Abbiamo raccolto firme, siamo andati personalmente nell’ufficio dell’assessore al verde (e a mille altre cose), il signor Santagata, per consegnare il frutto dell’impegno civico di tanti cittadini.
E lì, tra sorrisi e promesse, ci è stato garantito che le nuove alberature sarebbero state messe a dimora entro ottobre 2024.
Marzo 2025. Nulla di fatto.
Nel frattempo, abbiamo inviato ben quattro PEC alla dirigente dell’Ufficio Verde del Comune, la dottoressa Teresa Bastia.
Il suo metodo è ormai chiaro: ignorare la prima PEC, rispondere solo alla seconda – quando la legge impone la messa in mora – per evitare il ricorso al Difensore Civico, l’unico strumento che può sanzionare chi disattende i doveri verso la cittadinanza.
Solo dopo questa pressione ci è stato comunicato che l’appalto è stato affidato e che gli alberi verranno piantati entro quattro mesi da febbraio 2025.
Facciamo due conti: giugno. Esattamente nel momento peggiore possibile, con il rischio altissimo che queste nuove piante vengano lasciate morire sotto il sole cocente, visto che l’intero Comune di Napoli dispone di una sola autobotte per tutta la città.
Abbiamo immediatamente sollevato il problema all’assessore, che, con la consueta leggerezza, ha assicurato che gli alberi verranno piantati entro aprile o, al massimo, a ottobre. Cioè con un anno di ritardo rispetto alle promesse iniziali.
Ma noi non ci arrendiamo.
Questa vicenda ha messo in luce dove sta il vero problema: un sistema amministrativo incapace, autoreferenziale, sordo alle richieste dei cittadini e privo della minima capacità di programmazione.
Ecco perché continueremo a combattere, anche sapendo di avere contro chi, per convenienza o pigrizia, preferisce il degrado allo sviluppo.
Perché Napoli o cambia, o muore.

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