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Almeno diecimila i decessi “indiretti” da Covid in Lombardia - La Stampa

“Continua purtroppo a crescere inesorabilmente il numero delle vittime sul lavoro a causa del Covid. Da gennaio 2020 a febbraio 2021 il bilancio è drammatico: 499 i decessi. Si tratta di 38 vittime in più rispetto a gennaio 2021, mentre le denunce di infortunio sono arrivate a 156.766, ovvero quasi 9.000 in più rispetto a gennaio 2021”.

A tradurre i numeri nella lettura di un’emergenza è Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, nella presentazione dell’ultima indagine elaborata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino.

Un anno di pandemia con un bollettino che non s’arresta. Anzi. L’incremento della mortalità è pari all’8% nel mese di febbraio rispetto a gennaio 2021, mentre per le denunce di infortunio totali legate al Covid-19 l’aumento è del 6%.

Ancora in Lombardia il triste primato di vittime sul lavoro per Covid con il 33,9% delle denunce (169 decessi), seguita da: Campania (53 decessi), Piemonte (45), Lazio (39 decessi), Emilia Romagna (37 decessi), Puglia (27 decessi). E la triste graduatoria prosegue con la Liguria (21 decessi), la Sicilia (21), il Veneto (18 decessi), l’Abruzzo (16), la Toscana (15), le Marche (15), l’Umbria (5 decessi), la Calabria (4), Friuli Venezia Giulia (4), il Molise (3), la provincia autonoma di Trento, la Valle d’Aosta e la Sardegna (2), la Basilicata (1).

Per quanto riguarda poi la graduatoria ancora più significativa dell’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, subito dopo la Lombardia che continua ad indossare la maglia nera con un indice di 38,4 rispetto ad una media di 21,7, emergono sconfortanti anche i dati della Valle D’Aosta (36,6), quelli della Liguria (34,8), dell’Abruzzo (32,6), della Campania (31,7).

Tra le incidenze di mortalità meno elevate, invece, emergono quelle di: Sardegna (3,6), Basilicata (5,3). Ma anche quelle di Calabria (7,5), Friuli Venezia Giulia (7,9), Veneto e Provincia autonoma di Trento (8,5).

Il 17% degli infortuni mortali per COVID ha coinvolto l’universo femminile (85 casi). Mentre la percentuale sale a ‘quasi’ il 70% nelle rilevazioni degli infortuni non mortali per Coronavirus.

Il 91,4% delle denunce di morti sul lavoro per Covid rientra nell’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva con il 27,1% delle denunce con esito mortale troviamo il settore Sanità e Assistenza Sociale; seguono con il 12,3% dei casi le Attività Manifatturiere (lav. prod. chimici, farmaceutica, stampa, ind. alimentare…); con il 11,7% il settore Trasporti e Magazzinaggi; con il 10% il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (att.tà degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi) mentre il Commercio arriva a rappresentare il 9,4% dei decessi.

Tra le professioni più colpite dal dramma troviamo: tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) con l’11,7% dei casi. Seguono: impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (11,1%) e i medici (6,8%). E ancora: conduttori di veicoli a motore (6,8%), operatori sociosanitari (4,9%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (4,1%).

Per quanto riguarda le denunce di infortunio totali legate al Covid – 19, registrate da gennaio 2020 a febbraio 2021, sono state 156.766 (pari ad un quarto del totale - secondo dati Inail).

E sono cresciute del 6% nel mese di febbraio 2021 rispetto a gennaio 2021.

Il 97,6% delle denunce di infortuni non mortali dovuti a contagio da Covid - 19 rientra nell’Industria e nei Servizi. E, come già visto per gli infortuni mortali, anche in questo caso è il settore “Sanità e Assistenza Sociale” a far rilevare il maggior numero di denunce con il 68,4% del totale delle denunce. Seguono: il settore dell’Amministrazione Pubblica (9,2% delle denunce); il settore dei servizi di vigilanza, attività di pulizia fornitura di personale e call center (4,4% delle denunce); e le Attività Manifatturiere (2,8% delle denunce).

Il 39% delle denunce di infortunio riguardano i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti), seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con 19,3 % delle denunce; dai medici (9%), e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 7,3%. E ancora dal 4,8% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 4% di impiegati addetti - Impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali; dal 2,2% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

Alla Lombardia la maglia nera delle denunce di infortunio legate al Covid con il 26,5% del totale nazionale. Seguono: Piemonte 13,7%, Veneto 10,7%, Emilia Romagna 8,1%, Lazio 6,1%, Campania 5,5%, Toscana 5,3%, Liguria 4%, Puglia 3,6%, Sicilia 3%, Marche 2,4%, Friuli 2,3%, Provincia Autonoma di Trento 1,8%, Sardegna 1,6%, Abruzzo 1,6%, Provincia autonoma di Bolzano 1,5%, Umbria 0,7%, Calabria 0,6%, Valle D’Aosta e Basilicata 0,5%, Molise 0,2%.

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