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Così per un tranello morì, 76 anni fa, Mafalda di Savoia (che visse a Villa  Ada) - Trieste-Salario

Fra le tante date storiche umanamente significative del calendario italiano, ritengo s’annoveri anche quella del 28 Agosto 1944: in quella data, dopo quasi un anno di privazioni e torture fisiche e psicologiche, morì nel campo di concentramento nazista di Buchenwald la Principessa Mafalda di Savoia, Langravia d’Assia, figlia di Vittorio Emanuele III.

Catturata dai nazisti con l’inganno a Roma il 22 settembre 1943, non curata adeguatamente per giorni dopo essere rimasta ferita in un bombardamento che coinvolse il campo, la Principessa morì, pregando i suoi compagni di sventura di ricordarla come una di loro. Da sempre nemici di Casa Savoia, i nazisti la seppellirono a Weimar sotto una lapide che recitava “Una donna sconosciuta”, ma fu ritrovata, dopo ricerche impegnative, da cinque marinai di Gaeta e restituita alla memoria del mondo, testimone umile e silenziosa d’atrocità che il mondo non avrebbe più dovuto sperimentare.

 

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