Vangelo (3 Agosto 2018) Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli  vengono allora tutte queste cose?

XIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 08.08.2021 Gv 6, 41-51 –

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”.

Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Commento di don Gigi Pini Io mi ritengo fortunato a non essere stato un contemporaneo di Gesù di Nazareth, perché di fronte al suo linguaggio, a certe affermazioni, avrei girato le spalle e non avrei avuto dubbi nel catalogarlo come “fanatico visionario pazzo”. Sembra addirittura un’istigazione al “cannibalismo”... no, sono certamente fortunato perchè posso rileggere l’esperienza di tanti che prima di me l’hanno ascoltato e hanno creduto in Lui. Non poteva essere né facile né scontato credere a certe affermazioni che non ammettevano repliche, però, anche i suoi amici:…un gran coraggio e una bell’incoscienza! Loro facevano i pescatori e sapevano anche fin troppo bene che, se non mangiavi, non potevi affrontare la fatica del mare di notte nè la pesca fatta con la sola forza delle braccia…E però, loro, di fronte alle Sue Parole, così troppo diverse e nuove, di fronte alle Beatitudini, di fronte alla sfida con il Male che Lui stava lanciando... di fronte a tutto questo, loro sentivano la necessità di un “mangiare diverso”... perchè senza quel “mangiare” non si sarebbe potuto mai fare niente di tutto quello che Lui diceva e invitava a “fare”. Loro, si sono fidati della “Sua Carne da mangiare”. Rimane vero che anche adesso non è facile “crederci”, ma almeno noi abbiamo davanti l’esperienza e la vita di don Bosco, di Francesco d’Assisi, di Madre Teresa di Calcutta, delle nostre mamme e dei nostri papà, di tanti giovani e adulti che con semplicità e fino in fondo hanno creduto in quel pane da mangiare... e, per loro, è stata “vita”. E quella “vita” è diventata esperienza bella e serena per tante altre persone. Il Futuro c’è perché “questo Pane” non mancherà mai. Buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciao, don Gigi