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IL CONVEGNO “IL FISCHIO CHE UNISCE” ANALIZZA LA VIOLENZA SUGLI ARBITRI –  GLGS-USSI

Al 39° piano del palazzo della Regione a Milano, nel Belvedere Silvio Berlusconi, l’incontro Il fischio che unisce, costruire una cultura del rispetto nello sport organizzato dalla Sottosegretaria a Sport e Giovani della Lombardia Federica Picchi, in collaborazione con la Lega Nazionale Dilettanti, la sezione AIA di Cinisello Balsamo e il Comitato Regionale Arbitri Lombardia, ha voluto far luce sul problema della violenza contro la classe arbitrale.

La padrona di casa Picchi ha parlato di “emergenza dentro e fuori dal campo, con il 57% degli atti di violenza commessi da giocatori, il 17% da dirigenti e il 10% dagli allenatori”. Numeri che hanno impressionato il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che si è detto “un arbitro da giovane e un arbitro nell’esercizio delle funzioni politiche per tutta la vita” e ha ricordato un gravissimo episodio cui assistette nella sua città siciliana, Paternò, quando era bambino.

Numeri che comunque, ricorda il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Antonio Zappi, sono per fortuna in diminuzione: su 550mila gare giovanili e dilettantistiche, 648 episodi. Un miglioramento della situazione propiziato anche, ha illustrato il Vicecomandante dei Carabinieri Gen. Riccardo Galletta (da sempre vicino al mondo arbitrale) dalla recente introduzione nel codice penale della tutela degli arbitri in qualità di pubblici ufficiali, rendendo quindi le aggressioni nei loro confronti un reato contro la pubblica amministrazione, con annesso inasprimento delle pene fino a 16 anni per le lesioni più gravi. A loro si è unito il monito di Beppe Marotta [v. foto di copertina della gallery] presidente dell’Inter e consigliere della Lega Serie A: “Il calcio è un fenomeno di aggregazione che va al di là dello sport, un contenitore di valori impone ai club degli obblighi importanti. La nostra missione è quella di educare i ragazzi prima ancora che formare calciatori, e ancora non riusciamo a fare abbastanza, sia come squadre che come famiglie e genitori, per trasmettere appieno i giusti messaggi ed evitare l’esasperazione. In Italia manca la cultura della sconfitta, e quando non sei capace di perdere lasci spazio alle reazioni istintive e violente. Noi come Inter da oltre dieci portiamo avanti Il Calcio in Cattedra nelle scuole lombarde, e la figura dell’addetto agli arbitri oggigiorno non si occupa solo di accogliere i direttori di gara ma anche di insegnare ai giocatori di tutte le categorie il modo corretto di rapportarsi con loro. Sapete qual è il più grosso deterrente? La conoscenza!”

La presidentessa della sezione lombarda della Lega Nazionale Dilettanti, Valentina Battistini, ha riferito con orgoglio di meno di cento episodi di violenza a fronte di oltre 1300 società da lei rappresentate, e ha invitato il presidente del CRA Lombardia Emilio Ostinelli, che ha lanciato l’allarme in particolare su Terza Categoria e Juniores, ad andare negli spogliatoi insieme alla LND per far capire in sinergia a giocatori, tecnici e dirigenti che l’arbitro ha diritto di sbagliare esattamente come loro. Non è mancato neppure il contributo scientifico, ad opera dello psicologo (e arbitro a sua volta) Xhuljian Lala: “Durante lo sforzo agonistico c’è un rilascio ormonale che non permette di valutare la situazione in maniera funzionale a 360 gradi, se poi si dovesse essere frustrati per l’andamento della partita il rischio di reazione violenta aumenta. Per contrastare tale tendenza fisiologica, occorrono solida educazione sportiva e un ambiente sano in squadra. Tuttavia, spesso i giovani giocatori ricevono esempi pratici, sollecitazioni e incitamenti sbagliati, che normalizzano quando non incoraggiano la condotta violenta…”

Ad accendere una fiammella di speranza e sorriso, oltre al trend di calo dei fenomeni violenti, due premi conferiti a conclusione della giornata. L’Andrea Andaloro (in memoria di un bambino che perse la vita a 3 anni e mezzo, figlio di un arbitro e con entrambi i genitori ispettori di Polizia) ad Alessandro Valdameri, giovane direttore di gara che con la sua carrozzina e le sue stampelle costituisce un grande esempio di forza e passione, e il Disciplina e Correttezza alla formazione Juniores del Morazzone. Infine, i protagonisti dell’evento hanno ricevuto in dono una divisa ufficiale da arbitro dell’AIA.

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