Cinque le iniziative, promosse dall’Associazione dedicata all’intellettuale salernitano, dal 2 al 12 ottobre, con in cartellone, video, mostra, incontri, reading musicali che si svolgeranno tra Arco Catalano e Pinacoteca Provinciale.
La morte trovò diciassette anni or sono, Marco Amendolara, mirabilmente pronto alla vita. Colmo di vita e d’opera e d’incompiuto, a noi, che siamo rimasti, è dato ritenere che Marco Amendolara possa manifestarsi nella nostra vita a suo proprio compimento. Dal canto nostro la nostra vita lo richiede. Come fare oggi per onorarne il segno indelebile che ha lasciato in noi tutti? “fare” ancora insieme il piccolo libro dell’anima, dove fare è un verbo che apre a tutto, a tutte le arti e alla “poesia” che proprio da quel poiein deriva. Tutto cambia e tutto resta per noi tutti se la morte rompe i sigilli e la parte di vita ch’era stata trattenuta fluisce e torna a noi. Pur, tuttavia, l’amicizia se resiste oltre la morte, se si apre a quelle notti di veglia, potrà accaderle di divenire ancora più alta, spirante e ispirante. La Pinacoteca provinciale e l’Arco Catalano ospiteranno dal 2 al 12 ottobre “Marco Amendolara poeta per destino”, un cartellone con cinque appuntamenti realizzato dall’Associazione Marco Amendolara, col patrocinio morale della Provincia e del Comune di Salerno, in sinergia con la Cactus film. Video, mostra, incontri, reading musicali, legati da un filo particolare che è quello del destino, di essere “toccati” “scelti” da un daimon che mai si estinguerà, fino alla morte. L’omaggio a Marco Amendolara verrà inaugurato giovedì 2 ottobre alle ore 18 in Pinacoteca provinciale con i saluti istituzionali e la prolusione di Rino Mele, a seguire, il verso del poeta incontrerà la pittura di Arturo Amendolara. Dieci poesie tratte dalle varie pubblicazioni sposeranno il segno del pittore. Un contatto del figurativo, di un’anima mundi, dove natura e corpo trapassano l’uno nell’altro. Le “figure” sono, infatti, apparizioni che emergono nello spazio delle attese e del buio delle cose e ne “rompono l’equilibrio”, fissando l’evento e il racconto, l’energia è solo e tutta interna, lo spazio specifico è la condizione formale di quella stabilità figurale, di quella distribuzione della materia dei pieni e dei vuoti: il percorso (temporale-sintattico) dell’occhio sullo spazio vergine – e nel ciclo – lo evidenzia e viene a sua volta evidenziato da esso. Nell’espressione, la figurazione si carica dei valori mnestici, delle relazioni e delle allusioni con cui l’immaginazione viaggia. La materia, intesa come contenuto narrativo, anche dove si definisce “con crudezza”, è sempre “umana”, perché sottoposta a curiosa interrogazione, indagata, oggettivamente raccontata in un umanistico realismo. Una plasticità, quella degli Amendolara, padre e figlio, che serva, semmai dall’idea e dalla funzione che la materia assume nella composizione: vale a dire “materia” in quanto “vaneggiare di un corpo”. L’identità del tema del “corpo” con quello della “materia” e della “sonorità” dei toni, della capacità dei segni di scrivere senza “descrivere” è la malleabile identità stessa, del colore-luce con lo spazio contenuto, generatore della narrazione: è il connaturamento del colore-luce al corpo-materia, alla sua plasticità linguistica, che predispone lo spazio generante l’evento. La serata sarà chiusa, alle ore 20, dalla proiezione del mediometraggio di Licio Esposito e Paola Vacca “Marco Amendolara, poeta per destino” (Cactus filmproduzioni, 2025, 45’). Sabato 4 ottobre alle ore 19, 30 all’Arco Catalano, si terrà l’incontro “La passione prima del gelo”. I critici presentano la poesia di Marco Amendolara, a cura di Vincenzo Salerno, con interventi di: Mario Fresa, Alberto Granese, Andrea Manzi. Mercoledì 8 ottobre sempre alle 19 negli spazi dell’Arco Catalano, si svolgerà il secondo incontro “Gioventù fu fata Morgana”. I poeti interpretano la poesia di Marco Amendolara, a cura di Paolo Romano, con interventi di Carlo Di Legge, Bruno Di Pietro, Antonietta Gnerre, Rita Pacilio, Giorgio Sica, Francesco Terracciano, Antonio Trucillo, i quali metteranno a confronto i propri versi con quelli del nostro poeta. Sabato 11 ottobre si continua con la musica, all’arco Catalano, con il Reading sonoro: “Grazie a bestemmie o a radiazioni”, di e con Giuseppe Boy, poeta e attore, protagonista del mediometraggio, sonorizzato da Luca Buoninfante, musicista e fonico, autore delle musiche e del suono del video. Domenica 12 ottobre stesso luogo e stesso orario, bis del reading, stavolta dal titolo Reading sonoro: “Sono Marco, avrei potuto essere chiunque”, con Giuseppe Boy e Luca Buoninfante.
Marco Amendolara è conosciuto soprattutto come poeta, ma limitarlo a questa definizione sarebbe riduttivo: la sua scrittura ha attraversato con sorprendente intensità la saggistica, la critica letteraria e d’arte, fino alla traduzione della poesia latina, componendo un mosaico intellettuale di rara coerenza e originalità. Laureato in Filosofia e in Lettere moderne, Amendolara ha incarnato la figura di un intellettuale liminare, alieno sia ad un certo conformismo accademico sia alle seduzioni effimere della letteratura-spettacolo. Una presenza insolita e, proprio per questo, preziosa: capace di abitare le zone di confine tra poesia e saggismo, tra filologia e scrittura visionaria, tra esercizio critico e gesto etico. Inoltre, Amendolara ha praticato anche la forma breve e quella pamphlettistica con particolare intensità: raccolte di prose e aforismi come Tetralogie (1986), Mani addosso (1998) e Vascelli, tatuaggi, selve e saette (2002) testimoniano la predilezione per una scrittura frammentaria, nutrita di epigrammi e di lampi visionari, vicina a quella linea irregolare della modernità che va da Nietzsche a Benjamin, da Blanchot a Pasolini, da Simone Weil a Giorgio Manganelli. Si tratta di una genealogia eterodossa, in cui il pensiero non si piega alla linearità argomentativa, ma abita l’inciampo, l’interruzione, la fenditura: esattamente ciò che Amendolara riconosceva come condizione necessaria di un’autentica scrittura critica. Un posto peculiare occupano le traduzioni creative dai classici latini — Catulliane e altre versioni (2002), Carmi taroccati (2003), L’alfiere amoroso (2004) — nelle quali Lucrezio, Catullo, Virgilio e Apuleio sono sottratti al ruolo di reliquie filologiche per diventare interlocutori vivi, capaci di dire eros, morte, visione e tempo con una forza dirompente nel presente. Non esercizi di fedeltà, dunque, ma vere e proprie riattivazioni semantiche, operazioni di riscrittura in cui la lingua classica si rivela capace di generare pensiero contemporaneo. Senza dimenticare le sue preziose curatele su Lewis Carroll, Contessa Lara, Remigio Zena, Giovanni Camerana, Georges Simenon. Inoltre, Amendolara ha coltivato una pratica giornalistica e pubblicistica di rilievo, collaborando con testate e riviste quali Il giornale d’Italia, Cronache del Mezzogiorno, Il Mattino, Caffè Michelangiolo, L’area di Broca, Frontiera immaginifica (e molte di queste pubblicazioni le trovate antologizzate nel presente volume). Anche in questo contesto, lungi dal limitarsi al commento d’occasione, la sua scrittura mirava a proporre uno sguardo obliquo, a mostrare il non detto e l’invisibile che abitano il tessuto della contemporaneità. E tutto questo si dispiega con coerenza e varietà, in parallelo alle sue prime pubblicazioni poetiche degli anni Ottanta (Rimmel, 1986; Misteri di Seymour, 1989) fino ai libri maturi come La passione prima del gelo (2007), L’amore alle porte (2007), La bevanda di Mitridate (2008) e i postumi: Il corpo e l’orto (2014) e La passione prima del gelo (2016) che raccoglie tutto il suo lavoro poetico dal 1985 al 2008.
La Mostra ed il video “Marco Amendolara, poeta per destino” saranno visitabili dal 2 al 12 ottobre 2025, nei giorni e negli orari di apertura della Pinacoteca Provinciale, ovvero dal martedì alla domenica, dalle ore 9:00 alle ore 19:45.