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Non cessa la pressione di Potere al Popolo sul caso Treofan di Battipaglia. Ieri ai lavoratori in presidio sotto la sede del Ministero dello Sviluppo economico, ai militanti partiti da Salerno, si sono uniti a quelli della Capitale anche i tanti giunti da Terni, da Civitavecchia e dei Castelli romani per manifestare insieme a loro.

Questa mattina durante la trasmissione “L’aria che tira” in onda su La 7, Giorgio Cremaschi portavoce nazionale di Potere al Popolo si è così espresso, richiamando la soluzione all’articolo 42 della Costituzione: “La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale. La costituzione bisogna leggerla tutta non solo a pezzi” – ha commentato, specificando che in riferimento al caso Treofan di Battipaglia “c’è un chiaro motivo di interesse generale: la zona di Battipaglia non ha altri posti di lavoro. Se lo Stato espropria non è detto che se ne impadronisca e debba tenerla per sempre. Il problema è che in questi anni sono stati distrutti gli strumenti che lo Stato aveva per gestire le crisi. Bisogna ricostituirli. Noi sappiamo che ci sono 200mila lavoratori in Italia che rischiano il posto – denuncia il sindacalista - La Treofan è la punta dell’iceberg di una catastrofe sociale. Ci vogliono strumenti straordinari di intervento dello Stato: la requisizione delle aziende, la possibilità per questo di dare ammortizzatori sociali e anche se ce n’è bisogno di trovare un nuovo compratore”. Da quando gli operai della Treofan sono stati messi alla porta, i ragazzi di Potere al Popolo Salerno si sono alternati in turni per mantenere il presidio con gli operai. Con loro hanno trascorso Natale e Capodanno. Dopo quasi due mesi il movimento nato da poco più di un anno che sta prendendo piede in tutta Italia con una straordinaria partecipazione giovanile, non ha intenzione di mollare la lotta: “Bisogna ribattere colpo su colpo all'attuazione del piano diabolico di questi criminali – sigla duro Davide Trezzadel coordinamento nazionale e responsabile di quello provinciale - mentre il tempo scorre e la stanchezza inizia a farsi sentire, bisogna avere la capacità di andare oltre l'immaginabile, scoprire il senso della lotta sulla propria pelle. Mostrando con orgoglio le cicatrici di chi ha costruito una vita con fatica e sudore e oggi non ha alcuna intenzione di abbassare la testa. Non faremo un passo indietro”.

“L'esponente della maggioranza Adelizzi alla domanda: ma il governo ha una soluzione? Ha fornito come risposta: ci stiamo pensando – aggiunge Leo Canale del Dipartimento Lavoro di Potere al Popolo - Non è possibile avere questa risposta dopo due mesi di presidio, non è possibile che tutto l'impegno che esponenti maggioranza dicono di investire si traduca in un tragicomico "ci stiamo pensando". Non è possibile che si dibatta su come nazionalizzare la Carige o le Autostrade, e non si pensi a questa soluzione come strumento per difendere le vittime di multinazionali che giocano a Monopoli con l'economia italiana. Né è concepibile che il ministro Di Maio anziché essere a quel tavolo, fosse a condurre uno show a pochi chilometri. E’ chiaro – continua - che la proprietà ha deciso di chiudere e l’unica risposta che è in grado di dare il governo, è di ulteriori incentivi ad un gruppo che pur essendo in attivo, non ha alcuna intenzione di mantenere la produzione in Italia. L’unica soluzione che il Governo potrebbe mettere in campo per salvare i lavoratori, sarebbe quella della nazionalizzazione”.