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FF

servizio di BARBARA LANDI

“Ho idea di come un Uomo potrebbe trascorrere una vita piacevole: un giorno potrebbe leggere una pagina di Poesia pura o di Prosa distillata e perdersi nella lettura, pensarci, rifletterci, capirla fino in fondo, farne profezie o sogni […]. Che felicità c’è in questo viaggio immaginario, quale deliziosa e diligente Indolenza”.  

Uno scenario da sogno, La Locanda del Mare, porto sicuro per viaggiatori, poeti e buongustai, e dall’altro lato la Poesia pura, che apre nuovi squarci e nuove visioni di senso sul mondo: poesia resistente e di impegno civile, di denuncia o di lotta, o ancora versi che raccontano l’esistente e la profondità dell’animo umano.

 Poesia senza retorica. Prosegue così l’esperimento e la collaborazione tra Casa della Poesia, Locanda del Mare e Dum Dum Republic con un nuovo appuntamento in cartellone giovedì 23 agosto alle ore 21.00 con una serata dedicata alle stelle, alla poesia d'amore, al romanticismo e al poeta inglese John Keats.

Peculiarità della poetica di Keats è la vivace rispondenza alla bellezza della poesia e dell’arte. Tra le sue opere principali si possono ricordare il poema di sapore miltonico Hyperion, The Eve of St. Agnes, La Belle dame sans merci e le numerosissime odi, tutte composte in un brevissimo periodo di pochi anni nel quale Keats si dedicò tutto alla poesia.

I materiali proposti al pubblico, presentati da Sergio Iagulli e Raffaella Marzano, fanno parte dell’enorme Archivio Sonoro e Visivo di Casa della Poesia: organizzato mettendo insieme tracce sonore e video raccolte in più di 20 anni di attività, rappresenta uno straordinario patrimonio che raccoglie oltre 600 autori e poeti.

Dopo un primo focus sulla poesia d'amore, sarà proiettato “Bright Star”, un film del 2009 scritto e diretto da Jane Campion  (119 min., 2009), sugli ultimi tre anni di vita del poeta inglese John Keats. È una storia incentrata sulla grandezza dell'amore e della poesia. In essa ci viene narrata l'intensa relazione amorosa fra il poeta romantico e la sua musa Fanny Brawne. Ben Whishaw interpreta Keats, mentre Abbie Cornish è la sua musa Fanny.

La pellicola è stata presentata in concorso al 62º Festival di Cannes ed è stato proiettato per la prima volta il 15 maggio 2009. Il titolo del film è tratto da un sonetto di Keats dal titolo "Bright star, would I were steadfast as thou art", che il poeta scrisse durante la sua relazione con Fanny. La serata sarà aperta con un buffet e un buon vino.

“La rivoluzione comincia sempre da una poesia. É l’unica forma di resistenza possibile – spiega Biancaluna Bifulco, titolare de La Locanda del Mare - La poesia ha sempre fatto parte della mia vita. Anzi sono quasi due sinonimi, vita e poesia. Anche per questo, quando è nato il progetto della Locanda, è stato pensato in uno stretto legame con le diverse poetiche. Ogni stanza è dedicata ad un poeta e all’interno della hall si trovano versi e citazioni. Da tempo speravo in questa partnership con Casa della Poesia, ho una profonda ammirazione per Sergio Iagulli e la moglie, perché in tanti anni, dagli esordi a Baronissi, in un centro piccolissimo, svolgono un lavoro esemplare che va al di là della semplice associazione culturale, sempre con un profilo internazionale, con una caratura altissima degli eventi che propone. Ci vuole più poesia nella vita, bisogna vivere con poesia”.

BRIGHT STAR 
Bright star, would I were steadfast as thou art— 
Not in lone splendour hung aloft the night 
And watching, with eternal lids apart, 
Like Nature's patient, sleepless Eremite, 
The moving waters at their priestlike task 
Of pure ablution round earth's human shores, 
Or gazing on the new soft-fallen mask 
Of snow upon the mountains and the moors— 
No—yet still steadfast, still unchangeable, 
Pillow'd upon my fair love's ripening breast, 
To feel for ever its soft fall and swell, 
Awake for ever in a sweet unrest, 
Still, still to hear her tender-taken breath, 
And so live ever—or else swoon to death.

 

BRIGHT STAR - Oh fossi come te, lucente stella

Oh fossi come te, lucente stella,
costante - non sospeso in solitario
splendore in alto nella notte, e spiando,
con le palpebre schiuse eternamente
come eremita paziente ed insonne
della natura, le mobili acque
nel loro compito sacerdotale
di pura abluzione intorno ai lidi
umani della terra, o rimirando
la maschera di nuova neve che
sofficemente cadde sopra i monti
e sopra le brughiere, no - ma sempre
costante ed immutabile posare
il capo sul bel seno maturante
del mio amore e sentire eternamente
il suo dolce abbassarsi e sollevarsi,
per sempre desto in una dolce ansia,
sempre udire il suo tenero respiro
e vivere cosi perennemente -
o svenire altrimenti nella morte.

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