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Commercio, Natale a rischio. OroItaly, “il nostro settore fortemente  penalizzato”

servizio di ROSARIO LAVORGNA

Una situazione veramente particolare quella che stanno vivendo le imprese in Italia. Tra lockdown irrazionali, crisi dei settori produttivi e deficienze istituzionali, questo Natale 2020 si preannuncia già un grande flop economico e la scomparsa entro fine anno di decine di migliaia di imprese strangolate dalle perdite e vilipendiate dalle elemosine di Stato.

A subire le conseguenze di questo mix esplosivo anche e soprattutto i settori di eccellenza del Made in Italy che di colpo si sono trovati catalogati tra i comparti non essenziali e quindi sacrificabili. In particolare il settore orafo, il portabandiera del Made in Italy si è trovato, a dir poco, spiazzato in una momento storico nel quale la filiera si è rotta. Produzione e commercializzazione di questo storico e significativo brand italiano hanno smesso di comunicare a causa del lockdown, ed anche in considerazione della mancanza assoluta di un futuro prevedibile per la categoria, di misure governative capaci di tappare le perdite, e ovviamente il calo drastico dei consumi dovuto alla pandemia sanitaria, oltre a quella psicologica. A scendere in campo al fianco della categoria l'Associazione OroItaly che lancia l'ennesimo allarme di default produttivo e commerciale per tante realtà produttive su tutto il territorio nazionale. "Non è una questione di Nord o Sud - esordisce Salvio Pace, presidente del sodalizio degli orafi - la questione riguarda l'intera filiera su tutto il territorio nazionale. Abbiamo rispettato questo secondo lockdown, con la conseguenza che artigiani e dettaglianti sono rimasti alla finestra a guardare come lo Stato lasciava morire il comparto. Abbiamo assistito a misure istituzionali vergognose per le attività produttive, maturando chiaramente l'dea di un Made in Italy snobbato da chi ci governa". Il presidente Pace ha poi concluso: "Dovremmo attenderci un po di ossigeno dal periodo natalizio, ma considerando il mese di chiusura forzata e l'impossibilità di attrezzarci, sarà molto difficile riequilibrare le sorti di tante, troppe aziende". Al presidente Pace fa eco la vice presidente di OroItaly Biancamaria Pezzuto:  "Come per la produzione, anche noi che apparteniamo al settore dettaglio, ci troviamo in grossa difficoltà. A  qualche settimana dal Natale, periodo commerciale per antonomasia, non siamo riusciti ad approntare nulla essendo stati fermi come da disposizioni governative, ed è alquanto improbabile che in pochissimo tempo riusciamo ad allestire una vendita dedicata, prima cosa all'altezza delle aspettative, e seconda cosa che possa rinfrancare le perdite di questo secondo periodo di fermo". A chiosa della nota di OroItaly le parole di Gianni Lepre, Segretario generale del Sodalizio ed opinionista economico del TG2: "E' una situazione veramente deplorevole quella nella quale si trova la filiera orafa; abbiamo chiesto a gran voce misure a sostegno del settore, ma misure capaci di tamponare le enormi perdite del periodo pandemico, non le miserevoli concessioni capaci nemmeno di arginare i costi dei fiotti commerciali". Lepre ha poi concluso: "E' gravissimo l'atteggiamento del governo nei confronti del settore orafo, abbandonato a se stesso, con l'assurda imposizioni del 'si salvi chi può'. Necessitano urgenti misure a sostegno dell'intera filiera se si vuole veramente salvare l'eccellenza italiana per antonomasia".

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