Barbaro (Asi)”Cinquanta milioni al mondo dello sport una mortificazione” -  Il NordEst Quotidiano

«Il Governo, con l’intenzione di tutelare la salute pubblica non si sta rendendo conto di negarne il diritto stesso», sono queste le parole del sen. Claudio Barbaro (Gruppo Misto, componente della Commissione Cultura a Palazzo Madama).

«Lo sport è salute – continua il Senatore – e mettere in atto provvedimenti lesivi per l’attività fisica controllata e coordinata, con atteggiamenti approssimativi, dilettantistici e frettolosi, potrà avere ripercussioni pesantissime sul benessere psico-fisico della popolazione e altresì sulla cultura dello sport stesso e su abitudini consolidate che, a fatica, stavano riaffermandosi dopo il lungo periodo di stop dei mesi scorsi». «L’attività in palestre, piscine, centri sportivi – prosegue – è normata da linee guida ben precise emesse dallo stesso Governo e dal mondo dello sport. Richiudere tutto equivale a un controsenso e a una pericolosa deriva che mettono in dubbio le stesse precedenti azioni governative. A tutto questo si aggiunga che un intero comparto dell’economia che sviluppa l’1,8% del Pil (quasi 4 considerando l’indotto) era già stato messo in ginocchio dal precedente lockdown. E, nonostante questo, i centri sportivi avevano affrontato, sulle forze, opere di adeguamento strutturale e sanificazione volte al rispetto delle regole stringenti al prezzo di notevoli sacrifici economici». «Cambiare stile di vita – aggiunge il sen. Barbaro – non solo migliora il benessere degli italiani ma ha un impatto positivo, è stato stimato, anche sui conti della sanità con un risparmio di circa 2,3mld di euro all’anno in termini di prestazioni specialistiche e diagnostiche, ricoveri e terapie farmacologiche». «Nessuna attività sportiva – conclude – deve chiudere avendo già dimostrato, il mondo dello sport, una maturità riteniamo latitante in chi ci deve governare. Ricordiamo che, quando la curva epidemiologica era in discesa, sono stati riaperti discoteche e locali alla moda in cui una movida inevitabilmente di difficile controllo, ha portato alla nascita di nuovi focolai. Ora deve essere il virtuoso mondo dello sport a pagare?».