CAMPANIA TERRA DEL FICO, TRA MITOLOGIA, SALUTE E TURISMO
Simbolo del Cilento, ad insediargli l’onore solo l’ulivo. Qui i fichi vengono consumati come il pane e la tradizione vuole che ogni anno nel giorno di Santa Lucia la sposa regali una “jetta” di fichi al suo compagno, ovvero un bastoncino di legno con i frutti essiccati ripieni di nocciole o mandorle. La zona di produzione del "Fico Bianco del Cilento" DOP comprende ben 68 comuni, posti a sud di Salerno, da Agropoli al Bussento e in gran parte nell'area del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
 
Pianta mitologica, citata nella Bibbia come sinonimo di abbondanza, le sue foglie costituiscono il primo “indumento” di Adamo ed Eva. Nella Grecia classica i suoi frutti venivano considerati "degni di nutrire oratori e filosofi" ed anche afrodisiaci, ed usavano il termine “sykon” (fico) per indicare i genitali femminili (la convinzione che il fico fosse eccitante erotico venne ribadita anche della Scuola Medica Salernitana “… veneremque vocat, sed cuilibet obstat” provoca lo stimolo venereo anche a chi vi si oppone).
 
Platone ne era ghiottissimo  e se un bambino soffriva di balbuzie veniva portato sotto un fico per facilitargli la favella. Gli antichi egizi lo consideravano un albero cosmico assimilato alla fenice, quindi simbolo di immortalità. Nell’antica Roma si regalava come segno augurale di prosperità. Catone convinse il Senato a dichiarare guerra a Cartagine proprio davanti a un cesto di fichi e leggenda vuole che Cleopatra fu avvelenata da un’aspide nascosta in un piatto di fichi. Secondo i buddisti Siddharta divenne “illuminato” ovvero Buddha, meditando all’ombra di un fico. In India l’albero del fico è ritenuto sacro. La convinzione che il fico fosse un eccitante erotico venne ribadita anche della Scuola Medica Salernitana “… veneremque vocat, sed cuilibet obstat” (provoca lo stimolo venereo anche a chi vi si oppone)
 
Del fico non si getta niente, a partire dalle foglie. Infatti, dal liquido linfatico contenuto in esse si può ricavare il caglio vegetale con cui preparare formaggi; inoltre lo stesso liquido viene usato ancora per alcuni problemi alla pelle, quali verruche o dermatiti. Sempre le foglie possono essere utilizzate in infusione, come tisana, utile per regolare i trigliceridi, abbassare il colesterolo e regolare la pressione sanguigna, ma anche come semplice piacere. Un liquore di fichi, che vale la pena provare, preparato e simbolo del legame con il territorio cilentano, è il Distillato di Fico bianco del Cilento "Fico 23", apprezzatissimo grazie alle sue tante proprietà attestate fin dai tempi antichi. Il nome 23? Il numero di fichi utilizzati per realizzarne una bottiglia.
 
Ma in Campania il fico cresce anche …al contrario! Sì, proprio così! A Bacoli, nel Parco Archeologico di Baia, c’è un fico selvatico che anziché crescere verso l’alto si è sviluppato verso il basso, tanto da diventare un’attrazione turistica. Affonda le sue radici nella volta di pietra antica in una delle strutture delle terme di Mercurio.Le foglie sono verdi e rigogliose, il tronco tortuoso, e cresce grazie a condizioni climatiche favorevoli, sfidando ogni legge di natura. Il Parco archeologico delle Terme di Baia è una vera chicca: racchiude i resti di terme e residenze patrizie e imperiali e dove il suo gioiello architettonico è la grande sala termale denominata Tempio di Mercurio, la cui copertura a cupola anticipa di un secolo quella del Pantheon a Roma.
 
enzo longobardi
docente di marketing turistico e local development