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Risultati immagini per RIFIUTI NELLE CAMPAGNE DI BATTIPAGLIA

All’indomani della prima tavola rotonda organizzata dall’amministrazione Francese che ha visto il coinvolgimento di Michele Buonomo (Componente Direttivo Nazionale Legambiente); Arturo Sessa (Segretario Generale Salerno Cgil); Gerardo Ceres (Segretario Generale (Cisl); Felice Orlando (in sostituzione del segretario Generale Uil); Davide Bruno (Assessore Sviluppo Urbano); Carolina Vicinanza (Assessore all’Ambiente); Don Paolo (Vicario foraneo della forania di Battipaglia – Olevano sul Tusciano) e la sindaca Cecilia Francese molti gli spunti di discussione e di confronto che sono stati offerti ai partecipanti e alla stessa città di Battipaglia.

La discussione ha toccato tematiche particolarmente delicate come l’importanza dei controlli, approfondita e discussa dall’assessore all’Ambiente Carolina Vicinanza, che ha affrontato anche la questione del ciclo dei rifiuti oltre che dell’importante distinzione sulle tipologie di rifiuto, sino a toccare spunti di riflessione come quelli offerti da Michele Buonomo, componente direttivo nazionale Legambiente, sull’importanza dell’impiantistica, dell’approccio scientifico ai dati, sul cambio di passo che va dato al sistema. Ha ben espresso Michele Buonomo il concetto proprio di Legambiente: “L’importanza della pianificazione del territorio, del piano regolatore. Tramutare le tecnologie e renderle all’avanguardia significa produrre lavoro e tutelare i lavoratori. Noi siamo per un approccio che parte dalla progettazione, dai materiali che vanno riciclati e riutilizzati. Valorizzazione dell’economia circolare per avere un ciclo completo e sostenibile, la soluzione nella green economy che deve dare risposte e creare lavoro. Non è una guerra politica, l’interesse e la tutela del territorio prima di tutto il resto. Non abbiamo bisogno di contrarietà ed è per questo che ho, abbiamo aderito all’invito del sindaco”.

Affrontare il tema dei rifiuti significa affrontare anche il tema delicato del lavoro.

“Difendere la qualità del lavoro è il compito del sindacato – apre la discussione Felice Orlando (Uil) – il tasto ambientale è particolarmente sensibile ma le decisioni devono basarsi su dati scientifici e difendere aziende e lavoratori in base alle leggi esistenti e nella totale tutela del territorio. La necessità della chiarezza in un ambito cosi delicato nasce dal confronto e in questo il sindacato ha l’obbligo di stimolare il confronto per tracciare un percorso di obiettivi condivisi dalla parti sociali”.

“A Battipaglia c’è un discorso serio di concentrazione di aziende censite e autorizzate dobbiamo allontanare l’idea che qui ci sia la stessa realtà che c’è nel casertano dove c’è una situazione di infossamento di rifiuti, diversa è l’esigenza di aumentare i controlli. Vogliamo affrontare con forza la tematica che questa città non sia la terra dei fuochi ed è stata anche la ragione che non ci ha consentito di aderire alla manifestazione del 6 di dicembre – continua Gerardo Ceres (Cisl) -. E’ necessario superare questi contrasti e questi differenti impostazioni tentando di riannodare i fili del dialogo e del confronto ragionando sulle informazioni e sulla conoscenza dei dati tecnico scientifici costituendo un osservatorio dove il Comune svolga un ruolo di sintesi. Dopodiché sull’esito dei dati tutti possono effettuare le giuste valutazioni, contrari alle divisioni, sì al comitato tecnico scientifico che studi gli effetti reali sul territorio”

“Ringraziamo il sindaco per la possibilità che ci ha dato e siamo tutti d’accordo con la proposta del comitato tecnico scientifico – conclude Arturo Sessa (Cgil) -. Sbagliamo se sottovalutiamo quello che è accaduto a Battipaglia, quello che è accaduto è molto grave, si sono condensate una serie di attenzioni che hanno portato ad una particolare attenzione verso questo territorio. Un’amministrazione su questa problematiche non va lasciata sola, anche se è un’amministrazione che non si condivide, in un momento di difficoltà essere vicini ad una linea condivisa significa intraprendere un discorso per il bene di tutti. Il piano regionale della Campania è un piano incompleto, desueto e inattuato su alcuni aspetti fondamentali e risponde più alla politica di vicinanza che agli interessi veri del territorio l’esempio sono Battipaglia ed Eboli. Bisogna mettere mano al piano regionale dei rifiuti, non siamo in campagna elettorale, la responsabilità politica va evidenziata ma rompere gli equilibri di una società ponendo un’amministrazione viene messa sotto processo significa non evidenziare chi ha responsabilità vere e non vengono evidenziate. Va costruito un tavolo permanente con gli Enti preposti Provincia e Regione, il dialogo non va chiuso, tracciamo la linea e fermiamo le facili strumentalizzazioni”.

“Ho condiviso la protesta per due ordini di motivi, contro l’indifferenza, per migliorare la nostra qualità di vita e contro le divisioni. Il creato è un prodotto di Dio e se amiamo Dio amiamo il creato. Nella genesi c’è un passaggio nel quale l’uomo domina il creato, dominare vuol dire amare e custodire e creare un ambiente vivibile. Siamo tutti su questa linea. La Chiesa sente il dovere di non rimanere in silenzio e mi permetto di fare da portavoce di tante persone che condividono lo stesso problema. La protesta esprimeva la volontà del popolo di manifestare. La manifestazione ha unito tutti. Questo è un dato positivo. – chiarisce la propria posizione Don Paolo Castaldi -. Comitati, sindacati, amministrazione si uniscano e avremo qualche possibilità che la Regione ci ascolti. La nostra città ha, inoltre, necessità delle bonifiche e delle discariche e soprattutto del mare pulito, bisogna iniziare ad intervenire su queste due problematiche. Tutelare l’ambiente e creare un ambiente sostenibile favorisce l’economia”

“La difesa di lavoro, ambiente e salute è una battaglia di tutti e non di pochi e in questo va ricercata la coesione di una comunità. Per la prima volta dopo tre anni abbiamo messo ordine al dibattito cittadino perché fino a marzo 2019 sfuggiva completamente dal dibattito locale il processo autorizzativo. L’art. 216 autorizza le attività di recupero, quell’economia circolare di cui tanto si parla, mentre l’art. 208 autorizza gli impianti di smaltimento più pericolosi e con un impatto difficile per una comunità perché va in deroga allo strumento urbanistico dando la pubblica utilità anche agli impianti privati. Rispetto a questo quadro dove l’ente procedente all’autorizzazione non è il Comune, ma Provincia e Regione noi abbiamo fatto un ragionamento che abbiamo offerto a Provincia e Regione che hanno potestà normative, prendendo le esperienze di Lombardia e Calabria che hanno introdotto nel loro Piano Regionale di Rifiuti un criterio localizzativo per evitare che in un unico territorio ci fosse un’elevata quantità di impiantistica privata in base ai criteri di autosufficienza e prossimità. Del resto anche il Ministro Costa ha più volte manifestato la volontà di non lasciare alle singole regioni per la potestà concorrente la scelta di questo criterio e il 16 maggio scorso è stato anche depositato alla Camera il disegno di legge “Terra Mia” per introdurre questo criterio. Abbiamo fatto una delibera a marzo in giunta e poi in consiglio comunale dove dicevamo a Regione e Provincia che hanno la potestà normativa di considerare questo criterio, abbiamo proposto il divieto sul nostro territorio per gli impianti ad alto rischio per sostanze pericolose e metalli pesanti rientranti nella normativa nella normativa Seveso III. Inoltre , il Piano Regionale dei Rifiuti indica come il criterio di aree di pregio agricolo escluderebbe il 95% della Regione aumentando lo sversamento illecito dei rifiuti e le zone Asi sono le aree idonee per insediare le aziende di rifiuti secondo una logica gravitazionale cioè concentrare gli impianti laddove già ci sono. L’economia circolare, il recupero della materia prima, è un’attività che può essere collegata alle aziende agroalimentari e all’industria degli imballaggi. La vicenda della programmazione del territorio è fondamentale, purtroppo con una zona Asi si aumenta la possibilità di avere impianti di rifiuti. Con i comitati e con le associazioni questa programmazione va fatta sul nostro territorio. La nostra zona industriale è diversa da quella degli altri comuni per questo ogni città deve avere una programmazione diversa strumenti e per questo si hanno strumenti urbanistici diversi per ogni città” spiega l’assessore allo Sviluppo urbano Davide Bruno.

“Ringrazio per la presenza e per il contributo che hanno dato a questa discussione i rappresentanti della Chiesa, Legambiente e Sindacati. Realtà con le quali il nostro confronto non è mai venuto meno. I soggetti seduti a questo tavolo non sono mai caduti nella trappola di colpevolizzare l’amministrazione e questo confronto ne è l’esempio. Il problema rifiuti a Battipaglia in alcune occasioni è stato ammantato di ipocrisia e di improvvisazione. Una vicenda che viene da lontano, molti non la conoscono, altri fanno finta di non ricordarla. Negli anni ’70 e ’80 il nostro territorio ha dato tantissimo all’emergenza rifiuti ne sono un esempio le discariche presenti sul territorio. Di fatto accettare allora il Cdr ha aperto la strada all’arrivo di altri impianti di rifiuti, soprattutto privati. La Provincia non ha avuto il coraggio di seguire la strada che la Regione aveva indicato localizzando le aree idonee e non idonee. Le aree sature avrebbero messo uno stop definitivo, seguire la strada indicata anche dalla Regione ci permette di indicare la saturazione del territorio, è mancato il coraggio, ma noi non ci fermiamo. La nostra proposta sul criterio localizzativo ha aperto di fatto un ragionamento che ancora una volta fa emergere una mentalità municipalista e non un ragionamento di insieme e di area vasta. La posizione dell’amministrazione è chiara: l’impianto di Eboli va messo a posto, bisogna rispondere un ragionamento relativo all’intero territorio definendo le aree omogenee e realizzare un unico impianto adeguando quello di Eboli e rendendo autonomi i subambiti, la nostra posizione è quindi di estrema contrarietà all’impianto di compostaggio nello Stir, non sono necessari due impianti uguali a 50 mt. Altra posizione è il confronto e la discussione sulle aree sature per limitare l’impiantistica privata, banali le interpretazioni di chi ha cercato di alterare il senso. Non vogliamo altri rifiuti sul nostro territorio, questa la nostra battaglia” chiude la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese.

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