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Una rassegna organizzata dalla Fondazione Pietà dei Turchini con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e con la collaborazione Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania.

Sono tre gli appuntamenti per il mese di settembre della rassegna “Note d’Archivio”, progetto nato dalla collaborazione tra Pietà de’ Turchini, Fondazione Banco di Napoli e Sovrintendenza archivistica e bibliografica della Campania.

Dopo il successo di “Archi in Festa”, primo appuntamento della rassegna, tenutosi in occasione della Festa della Musica, il 21 giugno, “Note d’Archivio” riparte l’8 settembre 2023 con “Dà la voce al silenzio”, progetto dedicato al madrigalismo di don Carlo Gesualdo da Venosa.

Non una data qualunque, quella dell’8 settembre, quanto la ricorrenza del 400° anniversario della scomparsa del “principe de musici” (Carlo Gesualdo morì l’8 settembre 1613). Per l’occasione, Palazzo Diomede Carafa, sede della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, apre, per la prima volta, le porte alla musica, ospitando la manifestazione che si accompagna alla mostra “I d’Avalos” ivi allestita e visitabile. L’interpretazione musicale è affidata all’Ensemble RossoPorpora per la direzione di Walter Testolin, con la voce narrante e testi dello scrittore e giornalista Sandro Cappelletto. 

Il 15 e il 22 settembre “Note d’Archivio” prosegue con “A Corde Spiegate”, capsule musicale interamente dedicata al mandolino. Sarà Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli, ad ospitare entrambi i concerti della rassegna. Il 15 settembre avrà luogo “Nuances” con il duo di virtuosi dello strumento Michele De Martino e Salvatore Della Vecchia. “Nuances” sarà un viaggio nella consuetudine dell’intrattenimento salottiero della Napoli di fine ‘800. Ad allietare il pubblico, un repertorio per mandolino tipico di quelle serate di familiare eleganza in cui esso era protagonista, con trascrizioni da Chopin, Bach, Rossini, Beethoven, ma anche capisaldi partenopei quali Viviani e Calace.

Il 22 settembre, invece, l’appuntamento è con “Oltremare: dalla scuola napoletana all’Europa” con il duo mandolino e chitarra rispettivamente di Raffaele Della Ragione ed Andrea De Vitis. “Oltremare” indagherà i percorsi musicali del mandolino da Napoli capitale europea ad Albeniz, De Falla, Soler per tornare infine a casa con il compositore contemporaneo napoletano Antonello Paliotti.

Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito su prenotazione.

 

Dà la voce al silenzio

Il suono del pensiero musicale di Carlo Gesualdo da Venosa in un racconto di Sandro Cappelletto 

Il suono del pensiero musicale di Carlo Gesualdo da Venosa in un racconto di Sandro Cappelletto: “Dà la voce al silenzio” è il primo appuntamento settembrino della rassegna “Note d’Archivio”, progetto realizzato dalla Fondazione Pietà De’ Turchini con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e con la collaborazione della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania. Dopo “Archi in Festa”, appuntamento apripista di giugno, la rassegna “Note d’Archivio” riparte l’8 settembre 2023 con “Dà Voce al Silenzio”: un omaggio al madrigalismo di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, in occasione del 400° anniversario della sua scomparsa. L’esecuzione musicale è affidata all’Ensemble RossoPorpora, gruppo vocale e strumentale specializzato nellesecuzione del repertorio del tardo rinascimento, tra i più importanti interpreti in assoluto del madrigale italiano: sei i solisti per la parte vocale, diretti dal maestro Walter Testolin e con la voce narrante di Sandro Cappelletto, scrittore e giornalista, nonché autore della drammaturgia.

Per la prima volta, il Palazzo Diomede Carafa, in via San Biagio dei Librai, 121, a Napoli (sede della Sovrintendenza archivistica e bibliografica della Campania) apre le porte alla musica, ospitando l’evento e suggellando l’inizio della collaborazione con la Fondazione Pietà de’ Turchini e con la Fondazione Banco di Napoli. Il tutto in concomitanza con la mostra documentaria “I d’Avalos: Nel segno del potere”, visitabile nella stessa sede fino al 29 settembre. La mostra espone uno degli archivi privati più importanti d’Italia, quello della famiglia d’Avalos, a cui apparteneva Maria, la prima moglie di Carlo Gesualdo.

“Dà voce al silenzio” si configura come un percorso di scoperta e riscoperta del madrigale, antenato nobile della forma della canzone. Quale scelta migliore, dunque, se non quella di trarre ispirazione da Don Carlo Gesualdo, uno dei più importanti madrigalisti del tardo Rinascimento, eccelso musicista e compositore, membro dell’aristocrazia napoletana e principe di Venosa?

Titanico genio ante litteram, Carlo Gesualdo, fu uno dei maggiori polifonisti, compositori di madrigali e di musica sacra di tuti i tempi. Destinato ad imperitura memoria non solo per la sua maestria nell’arte della musica quanto per l’oscura vicenda che lo vide protagonista, il nobile napoletano passa alla storia per l'uccisione della bellissima moglie Maria D'Avalos, pugnalata insieme al presunto amante, Fabrizio Carafa, nella notte tra il 16 e 17 ottobre 1590.

Benché l’atto fosse legale all’epoca, il delitto fu talmente cruento che alimentò la leggenda nera del "principe dei musici", costringendo Carlo Gesualdo prima all'esilio e, in seguito, ad un triste declino nel paese in provincia di Avellino che porta il nome della sua casata.

Calmati gli animi delle famiglie d’Avalos e Carafa, nel 1593 Carlo Gesualdo sposò Eleonora d'Este, nipote del duca di Ferrara, matrimonio grazie al quale poté entrare in contatto con uno dei più fecondi contesti musicali dell’epoca. A Ferrara, in particolare, il principe rimase colpito dalle esecuzioni musicali delle monache di S. Vito e del Concerto delle Dame, oltre che dalla musica di Luzzasco Luzzaschi, celebre madrigalista che divenne per Gesualdo un modello per un nuovo stile compositivo. Al periodo ferrarese, inoltre, si deve la compilazione dei primi quattro libri di madrigali a cinque voci.

Ed è proprio dal quarto libro dei madrigali di Carlo Gesualdo, composto e pubblicato a Ferrara nel 1594, che prende spunto Voce al silenzio, esattamente dall’ultimo verso del madrigale Io tacerò, ma nel silenzio mio. Qui Gesualdo fonde perfettamente l’equilibrio del madrigale aulico alle nuove esigenze espressive che prendevano forma nell’Italia dell’epoca. Inoltre, la musica di Io tacerò con il suo continuo alternare di misura e dissonanza, con la sua concentrazione di tensione trattenuta e disorientamento velato da un pudore che verrà assai spesso ignorato nella produzione successiva, descrive forse meglio di ogni biografia la complessità della figura di don Carlo.

Il suo vivere perennemente avvolto nella musica, fosse essa cantata, suonata o incessante e maniacale argomento di conversazione, sembra quasi celare un prepotente silenzio interiore, un mistico desiderio del nulla che paradossalmente si manifestava in una esplosione di suoni e di pensieri rivestiti in forma musicale. Furono paradigmatiche realizzazioni urbanistiche di tale complessità i luoghi in cui Don Carlo visse: il clamore della capitale partenopea, il silenzio delle terre che circondano il borgo di Gesualdo in Irpinia, la metafisica essenza di Ferrara, sua città delezione. 

Voce al silenzio si propone, dunque, di ripercorrere oggi le strade e i luoghi di Carlo Gesualdo, attraverso un’immersione totale nell’essere musicale del ‘principe dei musici’, con lo scopo di restituire un suono, una voce, a quel silenzio interiore. Per questo motivo, particolare oggetto di studio sarà la dimensione sonora dellopera gesualdiana. Lobiettivo è quello di dare alla sua musica una sostanza sonora originale e forse nuova, un risultato che provi a restituire acusticamente quei conflitti tra espressività e forma che costantemente permeavano lagire creativo di Carlo Gesualdo.

Sarà l’ensemble RossoPorpora, a cui è affidata l’esecuzione di Voce al Silenzio, a svolgere uno studio particolare per identificare la dimensione sonora dellopera gesualdiana, investigandone tanto la potenzialità espressiva in termini assoluti quanto il suo necessario adeguarsi ai canoni estetici dellepoca.

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