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Cesvi - Open-cooperazione.it

«Siamo profondamente addolorati dal drammatico episodio che nei giorni scorsi ha colpito Napoli e sempre più convinti che l'unico modo per far uscire il maltrattamento all'infanzia dalle drammatiche pagine della cronaca nera sia quello di affrontare in maniera sistematica il problema e inserirlo tra le priorità dell’agenda politica».

Lo affermano, in riferimento al ricovero, nei giorni scorsi, di un neonato con ustioni sul corpo all’ospedale Santobono di Napoli, i portavoce di Fondazione Cesvi, che ha scelto, negli ultimi anni, di portare l’esperienza maturata in oltre 35 anni di interventi nei Paesi del sud del mondo anche in Italia, con un programma di prevenzione e contrasto al maltrattamento infantile e, allo stesso tempo, di approfondire e studiare il fenomeno attraverso l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia, realizzato insieme ad esperti di settore e rappresentanti delle istituzioni.

Da oltre da tre anni Fondazione Cesvi, infatti, monitora il fenomeno attraverso l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, un documento che analizza il livello di vulnerabilità delle singole regioni italiane attraverso l’analisi dei fattori di rischio e dei servizi di prevenzione e contrasto del fenomeno presenti sul territorio. Dall’ultima edizione dell’Indice è emerso che «il rischio maltrattamento all’infanzia in Italia resta alto ed è amplificato dalle conseguenze sociali ed economiche dell’emergenza coronavirus».

All’interno delle famiglie più vulnerabili, infatti, i carichi emotivi sui genitori e i bambini si sono amplificati durante il lockdown: la paura di perdere il posto di lavoro o di non averlo più nel prossimo futuro, il maggiore isolamento e le pressioni psicologiche, i traumi legati a perdite di conoscenti o parenti sono tutti fattori di pressione che espongono ancora di più i minori, in un nucleo famigliare già debole, al fenomeno del maltrattamento. Ed è per questo che l’intervento del Cesvi è ancora più urgente e importante.

La Campania, in particolare – dove Cesvi è attiva dal 2017 per prevenire e contrastare i fenomeni di trascuratezza e maltrattamento infantile operando nella periferia di Napoli insieme alla cooperativa locale Il Grillo Parlante – risulta essere la regione italiana più esposta al maltrattamento all’infanzia. Questa regione, stabile in 20esima posizione sin dalla prima edizione dell’Indice, seppure con un lieve miglioramento emerso nel 2019, registra il peggior livello tra tutte le regioni italiane in ben quattro capacità delle sei prese in esame dall’Indice: la capacità di cura di sé e degli altri, la capacità di vivere una vita sana, di lavorare ed accedere a risorse.

«Il maltrattamento all’infanzia in Italia resta un problema diffuso quanto poco conosciuto (secondo l’OMS per ogni caso di maltrattamento/violenza denunciato, ce ne siano almeno 9 che non vengono alla luce, quindi 9 casi su 10 sono sommersi) – sottolinea la presidente di Fondazione Cesvi Gloria Zavatta – è urgente un rapido cambiamento di passo sia in relazione alla diffusione di dati più puntuali sull’entità del fenomeno sia in relazione alla necessità di sviluppare e adottare strategie di intervento a medio-lungo termine in grado di modificare in modo strutturale i comportamenti e promuovere interventi specifici e mirati». 

In Italia secondo i dati disponibili stimiamo che quasi 1 milione di bambini è potenzialmente vittima o a rischio maltrattamento e di questi solo 1 caso su 10 viene denunciato. 

 

SCHEDA – INTERVENTI INFANZIA FONDAZIONE CESVI

 

Fondazione Cesvi, da sempre impegnata nel contrasto alla violenza su bambini e adolescenti nel mondo attraverso le Case del Sorriso, interviene in Italia dal 2017 con un programma nelle città di Bergamo, Napoli e Bari allo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni di trascuratezza, maltrattamento e abuso ai danni di minori. Le azioni sono: creare spazi sicuri di ascolto per i bambini e adolescenti; fornire supporto psicologico appropriato individuale o di gruppo; attivare programmi di genitorialità positiva; formare i professionisti che si occupano d’infanzia e rafforzare il ruolo protettivo delle comunità.

 

È quello che Cesvi fa ogni giorno, con un programma dedicato che ho lo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni di trascuratezza, maltrattamento e abuso ai danni di bambini e adolescenti. L’obiettivo è quello di aumentare la capacità di prevenire, identificare e rispondere a casi di maltrattamento all’infanzia affrontando il problema a più livelli: individuale, familiare e comunitario. Cesvi attua una strategia che opera a livello locale, supportando ed espandendo i servizi erogati dai partner e, a livello nazionale, favorendo la “circolarità” di competenze, saperi ed esperienze tra i soggetti parte del programma e i territori di riferimento. Elementi centrali del programma:

 

-          Creare spazi sicuri di ascolto per i bambini e adolescenti - Promuovere l’ascolto, l’incontro e il confronto tra pari, condividere esperienze ed affrontare problematiche comuni al fine di rafforzare nei bambini la capacità di autoprotezione, identificare il rischio maltrattamento e individuare casi non emersi. Ascoltare per agire

-          Fornire supporto psicologico appropriato individuale o di gruppo - per ridurre i sintomi del trauma (es. Disturbo post-traumatico da stress, depressione, ansia) e gli effetti negativi psicologici e emotivi di medio-lungo periodo in bambini ed adolescenti che hanno avuto esperienze di violenze. Garantire il diritto alla cura

-          Attivare programmi di Genitorialità Positiva - sostenere genitori e caregivers per comprendere l'importanza di una forma di educazione positiva e non violenta che favorisca lo sviluppo del bambino e di una comunicazione genitore-figlio efficace per prevenire la violenza contro i bambini. Sostenere la genitorialità

-          Formare i professionisti che si occupano d’infanzia - Al fine di aumentare le conoscenze sulle tematiche di protezione all’infanzia e migliorare la loro capacità di individuare e rispondere a casi di maltrattamento all’infanzia. Sviluppare competenze

-          Rafforzare il ruolo protettivo delle comunità - Attraverso eventi territoriali di sensibilizzazione finalizzati a promuovere il dialogo sociale sui diritti dell’infanzia e adolescenza e sulla prevenzione della violenza. Promuovere una rinnovata cultura dell’infanzia

 

 

A oggi il programma di Fondazione Cesvi ha raggiunto oltre 1.380 bambini e ragazzi, che hanno usufruito di spazi di ascolto e/o percorsi di promozione del loro benessere; 660 genitori, che sono stati coinvolti in percorsi di genitorialità positiva e supportati con consulenze psico-pedagogiche e 559 professionisti (operatori e insegnanti), che sono stati formati per diventare ancora più efficaci nell’affrontare e prevenire il maltrattamento e la trascuratezza. “Molto è stato fatto ma possiamo fare ancora per sostenere i bambini più vulnerabili” prosegue la presidente di Fondazione Cesvi Gloria Zavatta. “Fatti di cronaca come questi ci spingono a intensificare i nostri interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza più fragile per identificare le situazioni a rischio e prevenire fenomeni di maltrattamento, abuso e violenza ai minori che la crisi ha inevitabilmente peggiorato”.

 

“La cosa più frequente che capita quando si interagisce con minori vulnerabili è la triste constatazione del fatto che hanno perso la capacità di sognare” dichiara Roberto Vignola, Vice Direttore Generale della Fondazione. “Sono sopraffatti da un presente che vede non soddisfatti i loro bisogni materiali, affettivi, educativi. Perdono la capacità di aspirare a una condizione diversa rispetta a quella in cui si trovano e quindi di immaginare un futuro come cittadini partecipi e produttivi. Spesso questa condizione li trascina in uno stato di apatia, in cui si è soggetti passivi di un sistema che non li vede protagonisti, altre volte li trascina nel circolo vizioso della devianza”.

 

La strada per interrompere questo circolo è dare a questi bambini e adolescenti la possibilità di essere ascoltati, di ricevere sostegno concreto, stimolandoli ad avviare un percorso che rafforzi la loro autostima e la capacità di vedersi come protagonisti della propria vita, oggi e nel futuro.

 

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