Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 772

Auchan Nola

I 100 dipendenti dell’ipermercato saranno posti tutti in cassa integrazione a zero ore a partire dal prossimo primo gennaio. Stop alle vendite da Capodanno, dunque.

I lavoratori dell’Auchan saranno messi in cassa integrazione perché non potranno essere licenziati subito in quanto il decreto governativo anti Covid ha bloccato i licenziamenti in tutta Italia fino al 21 marzo prossimo. Intanto la chiusura definitiva del grande supermercato nolano e il contestuale licenziamento dei lavoratori sono ormai dati per scontati a causa del fatto che finora non è stato trovato nessun compratore per questa importante realtà produttiva del Napoletano. Una situazione che fa la differenza in negativo rispetto alla prospettiva riservata agli altri tre ipermercati ex Auchan finiti un anno e mezzo fa dalle mani della multinazionale francese a quelle di Margherita distribuzione, società controllata da Conad. Per questi tre ipermercati, ubicati a Giugliano, Mugnano e Pompei, sono stati infatti già trovati gli acquirenti. Comunque chiuderanno anch’essi tra dicembre e gennaio per consentire il passaggio ai nuovi proprietari e alle ristrutturazioni necessarie. Ma questi passaggi di consegne saranno in ogni caso fatti di lacrime e sangue. Secondo Margherita distribuzione sono ancora 40 gli esuberi da smaltire a Giugliano e altri 40 tra Mugnano e Pompei. Quest’anno dal comparto campano se ne sono andati via, con gli incentivi previsti, 65 lavoratori. Ma gli incentivi per la mobilità, vale a dire per i licenziamenti volontari, sono stati giudicati insufficienti dalle maestranze. Basti pensare che i lavoratori part time (sono la maggioranza) che oggi decidono di andare via dagli ex Auchan, controllati da Margherita-Conad, percepiscono ciascuno mediamente 13mila euro di incentivo, cioè soltanto circa un anno di stipendio. Incentivo che sarà ridotto ad appena 10mila euro a partire dal primo dicembre prossimo, martedi. Soldi che non potranno mai coprire il fabbisogno derivante da mesi e mesi, se non anni, di disoccupazione nell’area napoletana alla disperata ricerca di una ricollocazione lavorativa. Nel frattempo il 28 dicembre chiuderà per ristrutturazione l’ipermercato ex Auchan di Mugnano. Quello di Giugliano il 7 gennaio. Per Pompei la data dello stop è da definire. Per Nola invece il destino appare da buio pesto. E’ un dramma che si sta consumando nel silenzio assordante delle istituzioni e dei sindacati nazionali. Il colpo all’occupazione e alle produzioni più grave mai inferto negli ultimi decenni nell’area a est di Napoli. E non è finita. Si teme che la chiusura dell’ipermercato Auchan possa produrre effetti molto negativi sull’affluenza della clientela nel centro commerciale Vulcano Buono. Molti potenziali acquirenti, sapendo della dismissione dell’ipermercato dal primo gennaio, potrebbero essere indotti a non recarsi dal prossimo anno nell’impianto che ospita molti negozi di abbigliamento e generi vari. L’Auchan infatti ha sempre rappresentato il principale volano degli affari per la gigantesca struttura di località Boscofangone, peraltro in difficoltà a causa della chiusura di diverse attività.

 

Autenticati