Sono tre gli appuntamenti di settembre con “Senso VIVIANI” la rassegna di poesia e musica dedicata a Raffaele Viviani ideata e coordinata da Gianni Valentino e promossa dalla Scabec, per celebrare il patrimonio inesplorato, vergine, di un artista di palco e strada, a 70 anni dalla sua scomparsa (1950 a Napoli).

E lo si fa, nell’Ipogeo del Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, conosciuto anche come Ipogeo delle Anime Pezzentelle, una viscera nel ventre della Napoli che fu, dove sabato 5 e domenica 6 settembre prenderanno corpo i primi due spettacoli settembrini della rassegna: sabato 5 alle ore 16.00 Gianni Valentino, poeta e compositore, porterà sul palco un melologo per far rivivere le liriche di Viviani accompagnato dalla chitarra di Alfredo Cesarano, poliedrico artista vesuviano.

Domenica 6 settembre alle ore 12.30, invece, Valentino si esibirà in un reading per voce solista, dove mescolerà i ritratti originali e la prosa del genio vivianeo.  Fra gli altri titoli scelti, alcune pagine dal diario di Viviani, l’infanzia e il rapporto con Vincenzo Gemito, e le poesie: da Primitivamente a Guaglione, da ’O malamente a Carcerato e Faciteme magnà e molte altre.

Terzo appuntamento, mercoledì 9 settembre ore 12.30, con un altro tassello del progetto, i concerti con intermezzi recitati: protagonisti lo chansonnier italiano, di adozione parigina, Mauro Gioia al canto e alla voce recitante e l’arpista Gianluca Rovinello. Lo spettacolo metterà in scena l’uomo Viviani che negli ultimi decenni della sua vita, insieme all’amico Paolo Ricci, e al drammaturgo Carlo Bernari (Le Quattro Giornate di Napoli) fu protagonista di uno spaccato letterario tutto napoletano, definito da Enrico Bernard, figlio di Bernari, Protoneorealismo (si allega documento).

“La musica e i versi di Raffaele Viviani incontrano i ricordi in prosa di Paolo Ricci e Carlo Bernari, napoletani, figure di grande levatura artistica e letteraria. – racconta Gioia – Il risultato è una suite onirica nella quale le loro testimonianze e la corrispondenza intrattenuta tra Paolo Ricci e Viviani si alternano a una selezione di canzoni scritte fra il 1910 e il 1940, arrangiate in questa occasione per arpa e voce”. Un concerto che cerca di attraversare i mille volti del maestro: dalle barcarole alle tarantelle, dalle arie nostalgiche alla mazurka. “È stata una bellissima occasione – spiega Rovinello – per inoltrarmi ulteriormente nell’infinita produzione di Raffaele Viviani, che raramente è stata eseguita all’arpa”. Tra i brani scelti in scaletta“Aria Marina”, “Che Catena!”, “Quanno Jarraie a spusà”, “Canzone ‘e sott‘o Carcere” e tanti altri.

Fino all’11 ottobre, nello stesso mistico luogo, è allestita e visitabile la mostra omonima “Senso VIVIANI” con l’istallazione fotografica a cura del fotografo Luciano Ferrara e dell’associazione Noos: decine di ritratti, primi piani, documenti scenici, avventure teatrali-cinematografiche-musicali del talento vesuviano. Una antologia di oltre 40 immagini che riassume i cosiddetti tipi, che il drammaturgo ha incarnato fisicamente in palcoscenico. In esposizione anche negativi preziosi e le carte di baule custoditi per lunghi anni e che ora trovano luce nuova. Tutto il materiale fotografico è tratto dall’Archivio storico famiglia Viviani - Archivio fotografico Ferrara. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì e domenica (ore 10-14) e il sabato (ore 10-17). 

 

Il biglietto d’ingresso è di 6 euro e permette di accedere al Complesso museale (chiesa + Ipogeo), visitare la mostra e partecipare agli spettacoli di “Senso VIVIANI”.

 

In allegato foto di Gianni Valentino e Alfredo Cesarano, Mauro Gioia, Gianluca Rovinello e uno scatto della mostra dall’Archivio storico famiglia Viviani.