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Dal 3 giugno  a Napoli, Roma ed a Cosenza  in occasione dei festeggiamenti  dei 17 anni di Vescovato di S.E. Andrea Boris Leanza , Arcivescovo Ortosso Primate Colmar d’Italia , si potrà ammirare anche l’altare inedito del 1762 attribuito al Sanmartino Giuseppe  dal  prof. Giorgio Mellucci .
Gli studi recenti  effettuati da Monsignor Andrea Leanza  ,esperto di arte sacra ,circa l'attività di Giuseppe Sanmartino (Napoli, 1720 — 12 dicembre 1 793) hanno sottolineato spesso come la fortuna dello scultore sia affidata ancora in gran parte al Cristo velato della cappella Sansevero e ai pastori modellati per gli allestimenti presepiali.
Poco ancora del resto si conosce della formazione e della prima attività dell'artista napoletano, che dovette educarsi nella bottega del Bottiglieri e che fra il '50 e il '51 lavora in società col marmoraro Giovanni Cimaronte. Un aspetto della sua opera, cui si va prestando grande attenzione, è l'esecuzione di altari, nella cui tipologia egli introduce significative innovazioni. 
D'altronde, che la produzione di tali opere occupasse un posto di rilievo nelle botteghe del tempo non meraviglia, se si pensa che la città di Napoli, già sul finire del XVI! secolo, si era meritata la definizione di <<novella Ossiringo» per l'abbondanza di chiese e monasteri non solo entro le suemura, ma in tutto il territorio del Regno.
Sulla sua scia operano maestri come Giuseppe Bastelli, Carlo Tucci e i Cimafonte, attivi anche su disegno. 
del Sanmartino, l'astro emergente alla morte del Vaccaro, di cui eredita la lezione. È proprio al Sanmartino che si deve un arricchimento negli altari della tipologia vaccariana, con l'inserimento ai lati di angeli adulti reggifiaccola, come si vede nell'altare maggiore della chiesa di Sant'Antonio (già San Francesco) a Maddaloni, datato 1761.
Oppure come nel caso dell’inedito altare del 1762 composto da marmi policromi che vanno dal rosso levanto al nero, giallo sino al bianco statuario di proprietà del prof. Giorgio Mellucci , che presenta la caratteristiche piu’ evidente della scultura del  Sanmartino , quale il paliotto con raffigurazione della Madonna con bambino ,con due volute laterali  e con iscrizione al di sotto.
Dopo vari studi si può ipotizzare che l’altare del Mellucci provenga da una cappella gentilizia del  700 di Napoli del loro casato , infatti si sa che loro possedevano vari palazzi nel quartiere stella poco distanti dal palazzo del principe Sannicandro , di cui il Sanmartino progettò la tomba di famiglia .

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