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QUELLE PERLE DELLE TORRI SARACENE IN PENISOLA SORRENTINA ED AMALFITANA
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Sulle nostre coste campane molto spesso ci sono cose alle quali non si fa molto caso, eppure sono un patrimonio archeologico perfettamente integrato in uno scenario di bellezza incomparabile. Come ad esempio le Torri Saracene, nate da quasi mille anni, quando la Campania era razziata dai pirati musulmani.
Gli attacchi si intensificarono nel 632, dopo la morte di Maometto, quando l’Islam iniziò la sua espansione verso l’occidente. Parole come “arabi, saraceni, mori, turchi e berberi” erano utilizzate senza alcuna distinzione ed indicavano i pirati musulmani che venivano a depredare l’Italia, soprattutto nel Regno di Napoli. Con l'intensificarsi delle razzie, nella prima metà del XVI secolo, il viceré di Napoli don Pedro di Toledo ordinò la costruzione lungo tutta la fascia costiera un complesso sistema difensivo, di una torre ogni 4000/5000 passi. Le Torri si dividevano in due grandi categorie:
Torri di difesa sorgevano vicino ai centri abitati ed erano provviste di una guarnigione armata. A seconda delle dimensioni, erano dotate di due, quattro o sei pezzi di artiglieria di medio calibro
torre bianca
Torri di guardia o di avvistamento ( guardiole), più piccole, con pochi uomini di guardia ed un solo cannone, disposte sulle alture, oppure lungo la costa,  in modo da poter comunicare, sia durante il giorno (segnali di fumo) che di notte (con l’accensione di fuochi).
A partire dall’800 cominciarono ad essere abbandonate o cedute a privati con cambio di destinazione d'uso. Alcune divennero posti di Dogana, altre "Torri Semaforiche", che con l’avvento del telegrafo elettrico, finirono per essere abbandonate all’incuria. Da un censimento del 1748, risultavano presenti, dal litorale domiziano a quello cilentano, ben 136 Torri: Oggi ci occuperemo delle torri in costiera amalfitana e sorrentina. Sono circa una cinquantina così suddivise
In Penisola Sorrentina
 In Costiera Amalfitana
*docente di marketing turistico e local development

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