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"Da una parte c'è l'eccellenza napoletana della ricerca, con medici e infermerie che stanno facendo un lavoro incessante; l'altra faccia della medaglia è che questi medici, questi soldati, stanno combattendo senza armi". Lo ha dichiarato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris durante la trassmissine "Barba e capelli" di Radio Crc.

"Sono stati lasciati per troppo tempo senza mascherine e senza misure di sicurezza - ha proseguito de Magistris - è stato come andare in guerra senza fucili. Abbiamo cominciato l'epidemia con 334 posti letto di terapia intensiva, adesso, con una corsa contro il tempo, si conta di arrivare a fine aprile a 500, se arriva un soccorso nazionale. Ovviamente se dovesse arrivare un'ondata di contagio più intensa il sistema non potrebbe reggere. Nel momento in cui è stata dichiarata l'emergenza nazionale il governo avrebbe dovuto assumere un atteggiamento più centrale, ma è anche vero che la sanità è regionale, quindi perché avrebbe dovuto essere competenza del governo? Un balletto infinito De Luca-Conte al cui interno ci sono i pazienti. Quello che è stato fatto in questi anni dal punto di vista della sanità in Italia lo hanno fatto le regioni, quindi Non possiamo dare la colpa allo Stato. Adesso, di fronte a una pandemia, ci sono gli strumenti affinché lo Stato accentri la gestione di questa emergenza, ma è venuta meno la forza, forse a causa di questione politiche, come, per esempio, evitare delle discrepanze con il Nord e la Lega".

"La Lombardia della Lega, che ha sempre voluto l'autonomia, adesso non c'è la fa più, un po' come ha fatto De Luca - ha sottolineato il sindaco - Noi, come amministrazione comunale, siamo stati durissimi contro lo smantellamento della sanità pubblica, potrei fare un elenco lunghissimo di tutte le strutture distrutte. Adesso c'è l'emergenza Covid-19, ma le altre patologie non si sono fermate: perché non riaprire subito gli altri reparti per tutte le patologie ordinarie?". Il sindaco si è poi soffermato sul commissariamento della sanità: "È sotto gli occhi di tutti come si sia progressivamente favorita la privatizzazione della sanità pubblica. Si sono smantellati i presidi, soprattutto di emergenza, ed è cresciuta tantissimo la sanità privata. Adesso, di fronte ad un virus che non ha distinzione di classe sociale, ci si sta rendendo conto dell'importanza della sanità pubblica. Mentre in tanti auspicano un rinnovato spirito di unità nazionale, c'è invece chi continua con la solita narrazione che conosciamo, con le solite battute sui napoletani e su Ascierto", ha conclsuo de Magistris.