Risultato immagini per NAPOLI E DINTORNI ENZO LONGOBARDIDOVE NACQUERO CAMPANILISMO E QUADRIGLIA PALMESE

Si dice da sempre che l’Italia è il paese dei campanilismi, cioè l'attaccamento affettivo alla propria città o paese, espressione di una naturale, encomiabile attitudine a mantenere viva la tradizione della città.
Anche se talvolta, la difesa preconcetta dei veri o presunti valori della propria città suscita rivalità anche molto accese con i centri vicini. Lo aveva capito molto bene nel suo famoso Viaggio in Italia, Goethe, che rilevava ovunque eccessi perfino parossistici di campanilismo aggressivo, che In Italia ne potremmo citare tanti: quelli tra le contrade al Palio di Siena oppure tra famiglie o tra casate, e spesso sfociati in guerre e faide. Si pensi a Firenze e alla rivalità tra guelfi e ghibellini, e quello altrettanto acceso tra due fazioni dei guelfi, i guelfi Bianchi e Neri, che si trasformò in una vera e propria guerra civile, costringendo Dante Alighieri (guelfo bianco) all’esilio. Si pensi a quello tra Pescara e Chieti, oltre a quello tra i pescaresi e gli aquilani per la rivendicazione del capoluogo di regione dell’Abruzzo. O tra Bergamo e Brescia, Vicenza e Verona, Pisa e Livorno, Trento e Bolzano, Bari e Taranto, Palermo e Catania, e tanti altri.
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Ebbene il termine campanilismo è nato in Campania: trae origine da un aneddoto sulla rivalità di due cittadine, San Gennaro Vesuviano e Palma Campania. Il comune di Palma Campania fino al 1841 faceva parte del comune di San Gennaro. Poi Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, dichiarò l'indipendenza dei palmesi dai sangennaresi con un decreto ad hoc, cosa che non fu digerita dagli abitanti di San Gennaro. Da allora, per vendicarsi, fino a circa 20 anni fa, il campanile di San Gennaro Vesuviano, il quadrante del campanile di San Gennaro Vesuviano che volgeva a levante, cioè verso Palma Campania, fu costruito volutamente senza orologio, proprio perché i cittadini palmesi non avrebbero dovuto leggere l’orario. Da questa diatriba incentrata sul campanile nacque appunto il termine campanilismo. Oggi che la diatriba sempre essere appannata, i palmesi vanno fieri per il loro bellissimo carnevale e che ogni anno presenta il grande spettacolo delle Quadriglie, che lo legano, storicamente, al periodo del Vicereame Spagnolo a Napoli, che amava particolarmente il Carnevale e lo celebrava mescolandosi alla folla plebea nel popolare quartiere e nella Piazza del Carmine. Furono proprio gli spagnoli ad introdurre i Carri pieni di cibarie destinati ad essere assaltati e consumati dai popolani in maschera. Ed è proprio in questa folla festante disposta in cerchio che si ravvisa il nucleo originario della Quadriglia Palmese che pare deriverebbe il nome dallo spagnolo “cuadrilla”, indicante la disposizione per righe di quattro secondo la quale sfilavano le maschere.
Oggi, ciascuna quadriglia è composta da un folto gruppo di quadrigliati, mascherati secondo il tema scelto dagli organizzatori. La banda musicale, composta da musicisti professionisti che suonano strumenti a fiato, accompagna il Canzoniere, repertorio della quadriglia, mentre la piccola banda, che cura gli attacchi delle canzoni e a portare il tempo, si avvale di “rancascia” (grancassa), “tammuriello” (tamburo), piatti e cimbali. Il Canzoniere è un ensemble di canzoni, più o meno note, appartenenti al repertorio classico napoletano o alla musica leggera contemporanea, eseguito sotto la guida del Maestro di Quadriglia, scelto anche perché capace di quell’istrionismo che ne fa un vero e proprio “pazzariello”, trascinatore.
La Canzone d’Occasione è l’elemento caratterizzante della Quadriglia che ogni anno ne compone appositamente una nuova. I vincitori della competizione avranno l’onore di vedere installata una stella d’acciaio con il nome della propria Quadriglia lungo Piazza de Martino e potranno aggiudicarsi il desiderato Palio. Insomma un patrimonio unico ed autentico di arte, spettacolo, teatralità, folklore, amore, passione, tradizione, canto, suoni, percussioni, ballo, coreografie, colori.
Per chi volesse partecipare il programma 2020 del carnevale palmese è così strutturato:
il 23 febbraio, vi è la Messinscena delle Quadriglie: i bellissimi costumi realizzati a mano vengono mostrati al pubblico e importanti scenografie accompagnano le maschere. Saranno allestiti divertenti carri allegorici
Il 24 febbraio si festeggia invece con il Passo ed è l’occasione in cui le Quadriglie si preparano alla gran gara del giorno successivo. In questa lunga parata i gruppi non indossano più gli spettacolari abiti della domenica, ma coccarde e cappellini dei colori di appartenenza e provano i Canzonieri per il giorno successivo. Il pubblico inizia a giudicare le esibizioni dei vari gruppi e si scambia le prime opinioni mangiando allegramente le prelibatezze della cucina locale, l’altra grande protagonista della giornata.
ll Martedì Grasso (25 febbraio) è la gara vera e propria. Ogni gruppo, guidato dal proprio Maestro, attraverserà il centro del paese a ritmo della musica suonata per essere votate da una giuria di esperti che decreterà la Quadriglia vincitrice, giudicando tema, costumi, danze, canzoni e bravura del Maestro.
 
*docente di marketing turistico e local development