Napoli, addio Ostello della gioventù: "C'è il boom del turismo, non fateci chiudere"

Fuori la facciata anni '60 è da rifare, ma dentro il telefono continua a squillare. Chiamano ancora da tutto il mondo per alloggiare all'Ostello internazionale della Gioventù, ma i dipendenti non possono accettare più prenotazioni.


L'ultima è una comitiva di francesi che rimarrà per una notte, domani sera. La grande struttura ricettiva, inaugurata nel 1976 a Mergellina, dopo l'apertura nel 1968 a Posillipo, lunedì chiuderà. Proprio nel bel mezzo del boom turistico della città. Il curatore fallimentare riporterà le chiavi dell'edificio di sette piani, che affaccia sul Golfo di Napoli, alla Regione. L'Ostello, che ha accolto in mezzo secolo migliaia e migliaia di turisti da tutti gli angoli del globo, tornerà nelle mani dell'ente di via Santa Lucia. Lo prevede il contratto di locazione: in caso di fallimento della società, l'Ostello torna nelle mani del proprietario. L'Ostello è gestito dall'Aig - Associazione italiana alberghi per la gioventù (che faceva parte anche del decreto "salva imprese"), che è fallita accumulando milioni di debiti.  Negli ultimi anni hanno chiuso i battenti anche le strutture di Firenze e Palermo. A raccontarci il fallimento dell'Ostello di Mergellina, 200 posti, molti vista mare, è la direttrice Fiorella Persico, che in questa struttura è anche nata e ci lascia il cuore: suo padre Ugo è stato il primo direttore dell'Ostello della Gioventù di Napoli. "Abbiamo fatto di tutto per evitare il peggio, ma oggi ci troviamo a poche ore dalla chiusura. Da lunedì - spiega la direttrice 49enne - siamo sospesi o licenziati, la Regione ci sta vicino e ci ha assicurato che interverrà al più presto. Siamo rimasti sei dipendenti. Speriamo che chi si aggiudicherà l'attività ci riassuma e che si creino sinergie con imprenditori del territorio per rilanciare l'attività. Siamo fiduciosi, ma per ora non abbiamo notizie. Speriamo che se ne interessi in prima persona anche il presidente Vincenzo De Luca".