enzook1Ciak si visita: Palazzo Pandola, il balcone di Sofia Loren-Filumena Marturano e la Torre Annunziata in Fortapasc e Ammore e malavita -
Nel 1985 Giancarlo Siani, a soli 26 anni, viene freddato nella sua Mehari, a pochi metri da casa sua, al Vomero. Faceva il giornalista praticante per Il Mattino, abusivo, come amava definirsi, quantunque giornalista vero, che s'informava, verificava le notizie, indagava sui fatti.
Fu ucciso perché aveva capito e denunciato, che la camorra s'era infiltrata nella vita politica, della quale regolava decisioni ed elezioni. Fortapàsc, volutamente storpiato nella tradizione western per rendere forte l'assedio malavitoso alla città, è considerato da Paolo Siani, il film più realistico su suo fratello. Si raccontano infatti, gli ultimi quattro mesi prima di quella sera ed il suo scrivere di camorristi, politicanti corrotti, magistrati pavidi e carabinieri impotenti. Diretto nel 2009 da Marco Risi, anche un cast di bravissimi attori, come Libero De Rienzo nella parte di Siani, Massimiliano Gallo (Valentino Gionta), Michele Riondino, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri e Gianfelice Imparato. Fu girato tra Napoli e provincia ed a Torre Annunziata, città fulcro delle sue inchieste, molti furono i ciak, soprattutto del centro storico. Ma la strage del «circolo pescatori» non fu possibile girarla: fu riambientata in un bar di Torre del Greco per l’avversione, allora, degli abitanti del rione «Carceri» alla troupe cinematografica. Fortapàsc, film d'epoca, ma anche opera fortemente contemporanea per il modo in cui tratta il tema dei precari e Giancarlo lo era, e l’incertezza di questa sua condizione lo rendeva puro, volenteroso, proprio come succede a chi un lavoro lo fa per passione, senza la sicurezza di un posto fisso. Alla figura di Giancarlo Siani definito cronista libero e martire per la libertà, sono state intitolate diverse scuole campane, una rampa adiacente alla salita Arenella, nel quartiere napoletano Arenella. A lui dedicata anche la rivista “Narcomafia”, fondata dal Gruppo Abele e Libera, volta all’opposizione della criminalità.
Altro film che ricorda Torre Annunziata è “ Ammore e malavita” pluripremiato musical del 2017 diretto dai Manatti Bros. Protagonista è Ciro (Giampaolo Morelli) un killer che lavora per Don Vincenzo (Carlo Buccirosso) e la moglie Donna Maria (Claudia Gerini) assoldato per uccidere Fatima (Serena Rossi) rea di aver fatto da testimone oculare. Tuttavia Ciro non porterà a termine il suo compito, ostacolato dall'amore per Fatima, amore che lo spingerà a tradire Don Vincenzo e Donna Maria. Ciak importanti: la scalinata che da Corso Vittorio Emanuele III conduce alle “rampe del porto”, piccolo angolo con caratteristici ristoranti. Da sfondo, i murales di studenti torresi. Suggestiva nelle scene anche la cupola della Chiesa dello Spirito Santo nota come Chiesa del Carmine. Il movietour torrese sarà anche l’occasione per vedere gli scavi di Oplonti dove vi è la Villa di Poppea appartenuta si dice alla moglie di  Nerone , la mostra gli Ori di Oplonti , esposizione di ben 72 reperti ritrovate nelle ville romane, e sculture bellissime tra cui  il fanciullo con l’oca, la Centauressa appartenente al gruppo di Centauri, Nike ed Efebo e alcuni dei preziosi gioielli . Meritano una visita anche le Terme che sorgono sull’antico stabilimento romano dove è possibile eseguire ottime terapie per faringite, sinusite, reumatismo. Ed infine un tuffo a Marina del Sole, dallo stupendo panorama e dalla nera spiaggia di sabbia vulcanica.
 
 A Napoli, Palazzo Pandola , in Piazza del Gesù Nuovo , è un must cinematografico. In origine parte integrante di Palazzo Pignatelli di Monteleone, fu acquistato all’inizio dell’ottocento da Gaetano Pandola. Qui si riunivano i patrioti irredentisti come Guglielmo Oberdan (ricordato nel palazzo da una lapide posta sulla destra del portale d'ingresso). ucciso nel 1882 in seguito al fallimento del suo attentato contro l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe. Il palazzo fu rifugio anche per Carlo Poerio , condannato per i moti del 1848, poi onorevole e vicepresidente della Camera dei Deputati nel neonato Regno d’Italia . Innumerevoli le pellicole girate a Palazzo Pandola. Il palazzo è conosciuto come la casa di Filumena Marturano nel capolavoro del 1964, di Vittorio De Sica “Matrimonio all’Italiana” (tratto dalla “Filumena Marturano” di Eduardo), che riuscì ad ottenere due nomination agli Oscar, nel quale, più volte si vedono Sophia Loren e Maarcello Mastroianni affacciarsi ai balconi. De Sica, amava molto Palazzo Pandola al punto tale di averlo scelto anche dieci anni prima ne “L’oro di Napoli“, nell'episodio  “I giocatori”, dove il Conte Prospero B., interpretato dallo stesso De Sica, incallito giocatore, ridotto in povertà, sfida e perde ripetutamente a carte con Gennarino, il figlio del portiere. In entrambi i film si riconoscono l’elegante cortile interno e la facciata col grande balcone sull’arco di ingresso. Palazzo Pandola fu anche ciak nell'episodio Cuore di mamma in “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanny Loy e come abitazione di Giuseppe Moscati nella miniserie televisiva del 2007, dedicata al “medico dei poveri”, interpretato da Giuseppe Fiorello. Ed è stata location scelta da Ferzan Özpetek in “Napoli Velata”. Qui avviene il primo incontro tra i protagonisti Adriana (Giovanna Mezzogiorno) e Andrea (Alessandro Borghi), mentre si svolge la “Figliata dei Femminielli”.
 
Enzo Longobardi
docente di marketing turistico e local development