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“Esprimiamo soddisfazione per l’arresto dei quattro delinquenti che, lo scorso gennaio, aggredirono senza motivo un migrante africano ad Arzano, malmenandolo violentemente. Ora attendiamo che la giustizia faccia il suo corso e auspichiamo che la punizione per questi criminali sia esemplare.

Per primi denunciammo questa assurda violenza e ora diciamo che è il momento di dire stop alla caccia allo straniero”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli. “Dinanzi ad un’aggressione così vile, aggravata dal razzismo e dall’assenza di motivi, non crediamo che sia giusto concedere alcun tipo di attenuante. Riponiamo massima fiducia nel lavoro dei giudici ma ci aspettiamo una punizione che sia commisurata alla gravità del reato commesso”. “Purtroppo – aggiungono Borrelli e Simioli – l’aggressione di Arzano non è che un singolo capitolo di una lunga serie di aggressioni di matrice razzista. L’Italia è investita da un’onda xenofoba. Tale fenomeno genera aggressioni e atti violenti che, nella maggior parte dei casi, vedono come vittime dei soggetti onesti e inermi come è avvenuto nel caso di Arzano dove la vittima è un giovane che lavora in una palestra con regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro”.

“L’arresto è la conseguenza di quello che mi hanno fatto – spiega Ossuele Gnegne, la vittima dell’aggressione -. Io non sono contento se una persona finisce in carcere ma io non avevo alcuna colpa, stavo andando a lavorare. Sono stati loro a scagliarsi senza di me senza motivo”. “Sto migliorando lentamente – aggiunge – ho tolto il gesso ma alcuni problemi con la calcificazione hanno portato i medici a convocarmi nuovamente in ospedale tra 45 giorni. Vorrei che il mio fosse l’ultimo caso di violenza razzista. Le persone di ogni nazionalità hanno il diritto di essere rispettate e vivere in pace. L’Italia non è un paese razzista. Sono qui da tanti anni e amo questo luogo. Purtroppo c’è una minoranza violenta che si rende protagonista di fatti come quello di cui sono rimasto vittima”.

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