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servizio di GENNARO SAVIO

A Ischia, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Cristofaro Mennella” diretto dalla dirigente Giuseppina Di Guida, nel corso del progetto “Parole in Ordine”, promosso dal Miur e dall’Ordine dei giornalisti e che per un’intera settimana ha visto protagonisti circa 200 ragazzi di interessantissime lezioni di giornalismo, nel decimo anniversario della morte è stata ricordata la figura dell’indimenticabile giornalista Domenico Di Meglio.

Scomparso improvvisamente e prematuramente il 23 marzo del 2009, Domenico Di Meglio oltre ad aver diretto il quotidiano napoletano “La Verità” e il “Settimanale d’Ischia lo sport isolano, è stato il fondatore de “Il Golfo”, il primo quotidiano italiano a diffusione mirata. Oltre agli studenti e agli insegnanti e ad alcuni amministratori comunali isolani, alla commemorazione di Di Meglio erano presenti la moglie Rita Agostino, il figlio Gaetano, Direttore del quotidiano “Il Dispari”, Mimmo Falco, Presidente del Corecom e vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, l’editore Antonio Pinto e Domenico Savio, decano dei giornalisti isolani. Toccante il momento in cui Mimmo Falco ha consegnato a Gaetano  lo stemma ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti. “Questo – ha detto Mimmo Falco nel mentre consegnava il crest a Gaetano Di Meglio - è il simbolo di chi non si vuole piegare, di chi vuole avere la schiena dritta e vuole andare a chiedere nelle stanze del potere cose che altri vanno a chiedere in ginocchio. E Domenico Di Meglio non ha mai piegato la sua schiena. Ecco perché facciamo questo omaggio a Gaetano”, ha concluso tra gli applausi scroscianti degli studenti e degli amici di Domenico,  Lacrime e commozione sul volto dei presenti quando Mimmo Falco, a nome dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha conferito a sorpresa a Domenico Savio, giornalista di lungo corso e grande amico del Di Meglio nonostante le diverse idee politiche, la prestigiosa spilla dell’Ordine coniata nel 2013 in occasione del 50 anniversario della fondazione dell’ODG. “Domenico Savio – ha esordito Mimmo Falco - non sa nulla, questa è una sorpresa. Gli ho portato il distintivo dell’Ordina Nazionale dei Giornalisti, perché Domenico Di Meglio avrebbe fatto questo. Con il suo modo di fare avrebbe detto ‘e pigliatella Mimì”. Al termine della commemorazione, una delegazione di amici e parenti di Domenico Di Meglio si è recata nello slargo a lui dedicato nei pressi del porto di Ischia dove è stato depositato alla sua memoria un omaggio floreale. Nel dopo cerimonia, presso la redazione de “Il Dispari” Falco, Di Meglio e Savio ci hanno tracciato un ricordo del caro Domenico. “Domenico Di Meglio - ha tra l’altro sottolineato Mimmo Falco -  rappresenta la vera informazione. Lui ha combattuto per due cose. Per affermare la libertà e la verità. E ciò si può fare solo attraverso una corretta informazione e un corretto modo di gestire i mezzi di comunicazione. Oggi ci troviamo nell’era del web e Domenico anche in questo settore era stato un antesignano”. “Chi non può riconoscere in Domenico Di Meglio - ha dichiarato Domenico Savio - un maestro di giornalismo, un maestro di accoglienza, di pluralismo, di democrazia, di legame diretto e autorevole a quella che è in modo particolare l’informazione locale pulita. L’informazione locale che nutre di autonomia, di indipendenza, proprio perché vicina al territorio, alle persone che si aspettano un’informazione veritiera contro la globalizzazione nella quale, purtroppo, l’informazione è controllata e anche orientata dai poteri forti”. Per Gaetano Di Meglio, oltre ad essere stato il papà, Domenico Di Meglio è stato un maestro di vita e di penna. “Ricordare Domenico – ci ha spiegato Gaetano - per me ha un doppio valore. Dieci anni dalla sua morte significano dieci anni senza mio padre ma sono per me anche i miei primi dieci anni da giornalista. E devo al maestro Domenico quello che oggi è diventato “Il Dispari”, sia l’edizione on line che quella cartacea e continuiamo ad essere dei coraggiosi. Continuiamo ad essere dei coraggiosi perché con la redazione e l’amico di sempre Antonio Pinto, portiamo avanti quella che sembra oggi una missione contro corrente. Nel 2019, in un momento in cui tutta l’editoria soffre e dove lo Stato prova ad imbavagliare gli editori eliminando quei contributi che noi non abbiamo mai preso, stampare e realizzare un giornale di carta è un’impresa folle. Ma ci piace questa follia perché ci consente di continuare a dire che il giornalismo è quella scienza, quella pratica che dà dignità alle popolazioni e che crea le coscienze nelle persone. Domenico ci ha lasciato un insegnamento. Un insegnamento che è ben spiegato in due parole, giornale pericoloso. Siamo pericolosi per il potere, siamo pericolosi per i potenti, siamo pericolosi per quelli che pensano di poter ancora oggi, anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie, propagandare messaggi che privano l’uomo della libertà. Invece non siamo pericolosi per le popolazioni, per i deboli, per gli ultimi, per i dispari della società che invece hanno ancora bisogno di chi dà voce a chi non ne ha e di chi si schiera dalla parte di chi è più debole”. Sin qui le parole di Gaetano. Personalmente avrei tanti aneddoti da raccontare circa l’amicizia con Domenico Di Meglio. Ma sicuramente il ricordo più caro che conservo è quello relativo al premio di miglior giornalista dell’anno che nel 2007 volle conferirmi nonostante non fossi ancora iscritto all’Ordine dei giornalisti. Oggi, a dieci anni di distanza dall’improvvisa e prematura morte di Domenico, proprio per il ricordo indelebile che ha lasciato in tutti noi e per la storia del giornalismo isolano che ha impersonato per decenni, quel premio per me assume un valore ed un significato straordinari. Per il resto della mia vita conserverò sempre con affetto indelebilmente nel mio cuore il ricordo del caro amico Domenico Di Meglio. 

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