BENNATO, L'ISOLA CHE NON C' E' LUOGO "OLTRE" DI OGNUNO DI NOI MA CHE POCHI CERCANO

enzo buona"La mia fortuna è stata di essere nato a Napoli, a Bagnoli, all’ombra dell’Italsider e da allora la chitarra divenne una spada e chi non ci credeva era un pirata". Ribelle e passionale, chitarra e armonica; voce e testi impegnati ma senza retoriche di partito; giubbino in pelle e capelli ricci scarmigliati; occhiali specchiati e pelle scolpita dal sole; rock e blues primigeni nell'anima, miscelati con piglio punk e sound partenopeo-mediterraneo. Il cortile di Bagnoli, il primo palcoscenico in trio coi fratelli Eugenio e Giorgio negli anni sessanta.

 

Amatissimo dalla gente e molto meno dal "sistema", tra i settanta e gli ottanta, popolare come lui fu forse solo Lucio Dalla, un altro magnifico irregolare. Edoardo Bennato, fu definito da molti il Bob Dylan italiano, l’anello di congiunzione tra il rock Usa e le sonorità mediterranee.Era il 1980 quando Edoardo Bennato, pubblicò Sono solo canzonette, capolavoro ispirato alla storia di Peter Pan. In quell'album c’era una canzone must di intere generazioni: L’isola che non c’è, l'immaginazione al centro della vita, tema tanto caro a filosofi e letterati dei secoli scorsi. Un rimando forse all’Albatros del poeta ottocentesco Charles Baudelaire, che paragonava la figura del poeta a quella di un maestoso volatile il quale, purtroppo, non appena smette di volare, appare ridicolo e goffo e deriso dagli uomini. Una canzone dal contenuto immensamente profondo: l’isola, simbolo di pace e felicità che ha bisogno di essere progettata. E da chi, se non da coloro i quali son bambini, quindi dotati di una forte immaginazione ed utopia e capaci di seguire la seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino? Ma non è facile, perché l’uomo, imprigionato nella sua razionalità, deride della fantasia altrui, incapace di volgere lo sguardo oltre l’orizzonte e di cogliere l’armonia delle cose. Un tema, quello dell’immaginazione, caro a Giacomo Leopardi che riteneva l’inventiva umana uno dei rimedi più forti, seppur illusorio, al raggiungimento della felicità. Egli, infatti, nel 1820, nello Zibaldone di pensieri, sua “teoria del piacere” dirà: “Considerando la tendenza innata dell’uomo al piacere, è naturale che la facoltà immaginativafaccia una delle sue principali occupazioni della immaginazione del piacere […]. Il piacere infinito che non si può trovare nella realtà si trova così nella immaginazione, dalla quale deriva la speranza“. Per Bennato, L’isola che non c’è, per quanto destinazione inconseguibile, deve fungere da stimolo per la sua ricerca, unico riparo alla infelicità umana. Un luogo magico, “senza santi nè eroi...niente ladri e gendarmi...niente odio e violenza...nè soldati nè armi...”, utopia, certo, che proprio per questo sottolineata da Bennato nel verso “...forse è proprio l'isola che non c'è”. Ma se con la forza della ragione, un mondo così è pura fantasia, i sognatori credono tutt'altro. Il rocker napoletano lo afferma nella più bella frase della canzone : “E ti prendono in giro se continui a cercarla...ma non darti per vinto perché ...chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle...forse è ancora più pazzo di te...”. incoraggiando a non abbandonare i propri sogni, ad usare ancora l’istinto, la pazzia, l’irrazionalità, per godersi quelle emozioni pur talvolta piccole e brevi, ma che prendendo decisioni troppo ragionate magari non si sarebbero mai vissute e godute. Sono solo canzonette, ebbe un enorme successo al punto di essere il più venduto dell'anno e, in assoluto, secondo solo a “The wall” dei Pink Floyd. Oltre a Bennato, altri artisti si sono ispirati alla favola di Peter Pan per scrivere le loro opere, ad esempio, il cantautore romano Ultimo, vincitore di Sanremo Giovani 2018, con il suo secondo disco, Peter Pan, da cui l’omonima canzone. A differenza delle canzoni di Bennato, però, per Ultimo Peter Pan rappresenta la metafora per esprimere il suo desiderio di libertà e la voglia di fuggire dalla realtà: Ho chiesto al vento di essere bravo/Portami altrove per sentirmi vivo. Inoltre, secondo l’artista, l’Isola che non c’è è un luogo nel quale i sogni si realizzano e, per rispondere a Bennato, non è una favola e nemmeno fantasia. Ciò che sogniamo, canta Ultimo, E’ troppo vero per essere distrutto.

*docente di marketing turistico e local development