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"CARUSO" DI LUCIO DALLA, QUEL TE VOJO BENE ASSAJE CHE  E' STORIA DELLA MUSICA

enzo buona

Il motore di una barca che si ferma. Realtà che si fa leggenda e poesia. Ha raggiunto i 50 milioni di copie vendute nel mondo, è un arabesco affascinante sospeso tra Sorrento, Bologna e New York. Caruso di Lucio Dalla, nata nel 1986 ed inserita nell’album “DallAmeriCaruso”, è la più famosa canzone “napoletana” degli ultimi trentanni. Classica nella struttura con esplicita citazione di “Dicitencello vuje”. Lucio Dalla morì a 69 anni, in una stanza d’albergo. Dopo 65 anni dalla morte di Enrico Caruso, il cantante bolognese, si trovava nella stessa suite che, aveva accolto il tenore negli ultimi mesi della sua vita.

DallaSorrento

L’hotel era lExcelsior Vittoria di Sorrento dove Dalla, era per lì per caso. Doveva infatti, partecipare ad una gita in barca ma, per un guasto al motore fu costretto a rinunciarvi. Il cantante, chiamò il proprietario del ‘Vittoria’, Luca Fiorentino, suo amico, per chiedergli aiuto, il quale, in attesa che, l’imbarcazione fosse riparata, invitò Dalla a passare dei giorni nel suo albergo dandogli una suite particolare, quella che accolse proprio Enrico Caruso negli ultimi giorni terreni. Dai racconti di Luca Fiorentino, Dalla rimase stregato dalla vita del tenore partenopeo. E soprattutto da un piano scordato che, Caruso,  in quella stanza, utilizzava per dare lezioni di canto ad una ragazza di cui era segretamente innamorato. Da questa rivelazione nacquero quei versi così poetici: “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento“, canta Lucio, che con poche e semplici parole riesce da subito a trasportarci a Sorrento e a restituirci quelle suggestioni. Poi introduce il tema sentimentale, l’abbraccio tra l’uomo e la ragazza, e il canto di passione: “te voglio bene assaje ma tanto, tanto bene sai, è una catena ormai che scioglie il sangue dint’è vene, sai“. Un amore forte e resistente come una catena, una catena che non fa male ma bene, perché quell’amore “scioglie il sangue nelle vene”, provocando in noi che ascoltiamo, emozioni uniche alimentati dalla somma delle nostre esperienze personali e dei nostri amori. “Vide le luci in mezzo al mare, pensò alle notti là in America, ma erano solo le lampare e la bianca scia di un’elica“, canta Lucio, raccontandoci di un Caruso malinconico perché sa che la sua carriera è al termine, come pure la sua vita. Ma ancora una volta è l’amore che vi viene incontro: “Potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso, che con un po’ di trucco e con la mimica puoi diventare un altro”, canta Lucio, perché Caruso per tutta la vita, a causa del suo lavoro, è stato costretto a indossare infinite maschere. Ora, accanto a questa ragazza, guardando i suoi occhi “vicini e veri“, “gli sembrò più dolce anche la morte“. Caruso può finalmente essere sé stesso e accettare la triste fine che lo attende, cantando un’ultima volta il suo grande amore. Morì il 2 agosto 1921, a soli 48 anni spegnendosi all'Hotel Vesuvio di Napoli. L’album DallAmeriCaruso fu il primo album dal vivo di Lucio Dalla, registrato il 23 marzo 1986 negli Stati Uniti al Village Gate di New York, storico tempio del jazz, assieme agli Stadio. Ma inizialmente l’album non si chiamava così, solo Dallamerica. Lucio Dalla era andato in vacanza, in barca, nel Mediterraneo, volendo toccare Capri. Tornò a Bologna invece con una barca rotta ma con sè una nuova canzone, quel capolavoro di Caruso che con il chitarrista Bruno Mariani e con Roberto Costa al pianoforte fu registrata in tre ore. “DallAmerica” diventò da allora “DallAmeriCaruso” e quel Te vojo bene assaje messo in quel punto della canzone era il marchio di Lucio alla sua napoletanità. Certificato poi in una intervista: “Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli. Sono anni che studio tre ore alla settimana il napoletano. Perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costasse 200 mila euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni”.

docente di marketing turistco e local development

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