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Luigi Vanvitelli, l'Architetto della Reggia di caserta

di Clementina Leone

La storia dell'arte in tutte le sue forme, permette di conoscere le nostre origini. Difatti, la prima vera attività che ha distinto l'uomo dagli animali è stata messa in evidenza dal disegno nato prima della scrittura come unica forma di comunicazione degli uomini.


Luigi Vanvitelli , architetto, pittore e scenografo italiano di origini olandesi, è stato uno dei massimi architetti del suo tempo fra il tardo barocco e il neoclassicismo. Nel 1699 il padre incaricato della decorazione del palazzo reale di Napoli dal Viceré, che diventerà poi il padrino del bambino nato l’anno successivo; in suo onore sceglierà di chiamare il figlio Lodewijk. Il nome sarà poi italianizzato insieme al cognome. Da Roma a Napoli dove si occuperà della Chiesa della Ss. Annunziata, il Monastero di Sant'Agostino, la progettazione e la sistemazione del porto di Anzio e di Fiumicino ecc... Ormai architetto di fama, fu chiamato a servizio del re di Napoli Carlo III di Borbone nel 1751. Ma non solo qui, è usando una metafora "come una sorta di diamante puro", il Palazzo Vanvitelli a Mercato San Severino. Una struttura architettonica di tipo rinascimentale fondata nel 1466 che, costituiva insieme all’attigua chiesa all'epoca, un grande complesso monastico utilizzato come sede dell’ordine dei Domenicani. La sua facciata è a tre piani, e risulta alleggerita da colonne che fungono da elementi decorativi. Sul lato sinistro è presente un corpo edile sviluppato su di un unico piano, con terrazzo sovrastante.
È possibile addentrarsi nel Palazzo Vanvitelli grazie all’ingresso della struttura che si affaccia sulla Piazza Ettore Imperio, per ammirarne i dettagli interni. Il piano terra sorge su uno zoccolo di pietra locale sormontato da sei cornici rettangolari in tufo e due a forma di archi circolari. Ogni cornice contiene una finestra sita al centro, e il portale di pietra reca lo stemma dell’antica Università. Al primo piano spiccano otto colonne in stile dorico-tuscanico intervallate da finestre e balconi. Un secondo ordine di paraste decora i prospetti che si affacciano sul chiostro. Lo stile quattrocentesco è pienamente riscontrabile nel porticato presente a piano terra e nella cappella alla quale si accede per mezzo di un protiro. I restauri del Settecento si occuparono di gettare le fondamenta per un nuovo dormitorio, demolendo il vecchio e costruendo altri ambienti di servizio. Sul prospetto della Torre dell’Orologio è stato invece ripristinato quello solare più antico presente a San Severino, mediante la tecnica dell’affresco.

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