Il Senato approva la fiducia al governo Meloni con 115 sì

Con l’escalation bellica in Ucraina e l’inflazione che galoppa senza freni nonostante le ‘pezze’ imposta dalla BCE, la manovra economica del governo Meloni appare destinata ad essere la prima di una lunga serie. Ricordiamo che dei 35 mld di euro messi in campo per la legge di Bilancio, oltre 20 sono destinati a tamponare il caro bollette che sta torturando famiglie e imprese.

Ma ovviamente non basteranno anche per far fronte ad un altro versante rimasto scoperto, quello dei carburanti, dove le compagnie hanno preso al vola questa cuccagna superando presto la soglia rincaro dei 18 centesimi alla pompa imposta da un decreto scaduto il 31 dicembre dello scorso anno a che nessuno ha pensato di prorogare. “Il problema, però - sottolinea Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 -  non è solo il fatto che le grosse multinazionali petrolifere hanno aumentato nuovamente il costo del carburante, ma il fatto che non c’è traccia di una proroga della misura introdotta da Mario Draghi nella legge di bilancio del governo Meloni, il che, visti i tempi, è molto strano, quasi inverosimile”. Il noto economista che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi continuato: “Ovviamente non è solo una questione di aumento dei carburanti, nel nostro Paese sta aumentando nuovamente tutto, grazie all’inflazione che nel 2022 ha raggiunto il 10% e ovviamente alle ondate di speculazioni relativamente alle materie prime. Come ricordato anche da molti analisti,  se la guerra in Ucraina dovesse continuare e con essa il clima di incertezza globale che regola l’economia planetaria, il plafond previsto dal governo Meloni dovrà inevitabilmente essere rivisto al rialzo. In pratica, la mancata proroga della norma di contenimento del prezzo del carburante insieme ha rappresentato per il Paese il classico cane che si morde la coda. Da una parte si cerca di dare una mano agli Italiani per le bollette e dall’altra li si abbandona al distributore di carburante. In più, se consideriamo il fatto che l’impegno di spesa previsto per la manovra finanziaria aveva la finalità di porre un freno agli aumenti indiscriminati e non certo la velleità di risolvere il problema alla radice, allora è chiaro che tra qualche mese assisteremo ad una manovra bis imposta dalle circostanze”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Il Paese non è nelle condizioni di fare come la Germania che ha messo in campo 200 mld di euro per fronteggiare i medesimi problemi, ma nonostante ciò c’è la convinzione diffusa che l’esecutivo prenderà seriamente in considerazione ciò che diciamo oramai da tempo quando si parlava di una liquidità tra i 50 e i 60 mld per far fronte a a quello che oggi si cerca di risolvere con meno della metà”.